In autunno riapre il cinema all’Astoria, con 4 sale. Ristrutturazione da 3 milioni

Parla il presidente di Eufente, la società che possiede già la multisala Cinemacity e ha acquistato l’immobile di via Trieste: «Un investimento per la città»

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Pompieri e forze dell’ordine all’Astoria per un piccolo incendio di due anni fa

Dall’autunno a Ravenna ci sarà un cinema in più. Dopo sette anni riprenderanno le proiezioni all’Astoria di via Trieste, con quattro sale da cento posti ognuna. La rinascita della multisala è opera della società romana Eufente che era solo gestrice fino al 2017 e da dicembre 2022 è diventata proprietaria dell’immobile acquistato all’asta da Acmar per 400mila euro nell’ambito della procedura di concordato affrontato dalla cooperativa di costruzioni (è stata la settima asta dopo sei andate deserte a partire da febbraio 2020 quando il prezzo base fissato da una perizia era di 5,3 milioni).

«Faremo una programmazione d’essai – spiega Giorgio Federico Nitti, presidente e amministratore delegato di Eufente che è già proprietaria a Ravenna anche della multisala Cinemacity nata vent’anni fa con 2.500 posti in 12 sale –. Noi ci occuperemo degli aspetti commerciali, mentre per la gestione dell’offerta cinematografica apriremo una collaborazione con un operatore specifico. Stiamo portando avanti contatti con realtà del territorio. Quattro sale sono la dimensione che riteniamo più adatta per questo tipo di cinema». Sette anni fa, prima che la struttura in via Trieste chiudesse per problemi strutturali tra cui la presenza di eternit e infiltrazioni di acqua nel tetto, la proposta era sempre orientata sulle pellicole d’essai ma c’erano altre cinque sale. «Era uno spazio troppo grande per la domanda locale. Diciamo che a parole erano tanti a dire che a Ravenna serviva un cartellone d’essai, ma nei fatti non c’erano più di 400-500 spettatori a settimana e quei numeri non permettevano di sostenere quell’ampiezza, anche considerato l’elevato affitto richiesto da Acmar».

Discoteca Astoria Ravenna 16 marzo 2024

Uno scatto dalla discoteca aperta all’Astoria (serata del 16 marzo 2024)

Tre delle cinque sale che non faranno più cinema – la più grande e due minori sul lato di via Trieste – sono state convertite a discoteca dallo scorso dicembre con serate a cadenza saltuaria (l’ultima, affollatissima, proprio sabato sera, 16 marzo). La gestione è affidata a una società esterna, guidata da Michael Landini, che lavora nel mondo della movida locale. Oltre al locale notturno, c’è l’autorizzazione anche per un bar che potrebbe aprire durante il giorno.

Il progetto ambizioso ideato da Eufente contempla anche un ristorante da realizzare utilizzando i livelli sfalsati della hall di ingresso: «È un’idea per il futuro perché sarebbe un intervento importante, ci sarebbe da costruire da zero la cucina. E nel quartiere c’è un’offerta di ristoranti abbastanza ampia facilmente raggiungibile per chi vuole andare al cinema o in discoteca».

Le ultime due sale che mancano all’appello verranno ristrutturate solo in futuro per poter essere un jolly: «L’idea è che possano avere una destinazione variabile in base alle necessità. Saranno allestite per proiezioni ma saranno anche capaci di accogliere congressi e convegni che vorremmo fosse l’altra opportunità di un contenitore con spazi così ampi».

Il nuovo Astoria farà sue le indicazioni raccolte dal ventennio del Cinemacity. Ad esempio si valuterà che tipologia di casse introdurre: «Al City il 90 percento della bigliettazione avviene con i totem automatici che abbiamo introdotto ai tempi del lockdown e abbiamo incentivato». L’alternativa è acquistare al bar dopo aver fatto la fila con chi compra popcorn e bibite. «Non è detto che sarà così all’Astoria perché potrebbe attrarre un pubblico più interessato al consiglio sulla visione e quindi disposto a dialogare con il cassiere».

La ristrutturazione completa ha un costo di tre milioni di euro: «È servita una ristrutturazione importante perché in quel punto la falda acquifera è alta e quindi il problema dell’umidità richiede pompe in azione continuamente. L’edificio è anche esposto all’aria umida del mare che non è distante e ne risente. Ma oltre alle opere di edilizia per la messa a norma, abbiamo trovato gli ambienti interni nel totale degrado per atti di vandalismo. Porte sfondate, schermi tagliati, materiale distrutto. Vista questa cifra è diventato un investimento appetibile solo quando il prezzo di acquisto è sceso abbastanza». Nitti respinge le accuse di speculazione: «Alle aste non si è mai presentato nessuno, nemmeno a quella vinta da noi. Non abbiamo mai pensato di fare un’operazione immobiliare. Abbattere l’edificio avrebbe costi enormi, ma si parla di un cinema storico: non sarebbe moralmente e legalmente possibile. Stiamo facendo un investimento per ridare un cinema alla città».

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