
In che condizioni erano l’area ex Sarom e le due torri Hamon a Ravenna nel 2007? La risposta è nella mostra fotografica intitolata “Le torri Hamon e gli stalker”, immagini di Stefano Tedioli e progetto di Roberto Papetti. L’inaugurazione è in programma per le 19 del 5 aprile al mercato coperto in piazza Costa e alle 19.30 a Casa Spadoni in via San Vitale, in entrambi i casi sarà visitabile fino al 21 aprile. Gli scatti raccontano lo stato della zona di proprietà di Eni che ora sta demolendo i manufatti dell’ex raffineria a lato di via Trieste.
Da un’idea di Papetti nasce nel 2007 il progetto “Stalker”, in collaborazione con l’amico fotografo Stefano Tedioli. I due si aggregano idealmente a collettivi internazionali di artisti e architetti, nati a negli anni ’90, che si definiscono Stalker. Il termine deriva dal verbo “to stalk”, inseguire di soppiatto, ma anche aiutare a passare di nascosto un confine. Questi artisti vanno in luoghi in dismissione e, girovagando, raccolgono cose come “xenocristalli”, oggetti o immagini che incorporano qualcosa di prezioso, inerente al mondo e alle sue trasformazioni.
«Lo stabilimento Sarom – scrivono affermano i promotori – è senza dubbio rappresentativo del momento in cui il territorio ravennate è stato investito da un potente sviluppo industriale che ha portato a mutamenti irreversibili dell’ambiente naturale e del paesaggio; le torri Hamon sono la parte più emblematica di tutto questo, tanto da spingere i due artisti a documentarle come testimonianza».