Torri Hamon, il presidente di Ap approva la demolizione: «Non sono le piramidi»

Daniele Rossi rappresenta l’ente che sta acquistando l’area ex Sarom da Eni per fare un parco fotovoltaico

(foto di Adriano Zanni)

«Se Eni afferma che le condizioni delle torri Hamon sono precarie, lo fa certamente a ragione. Non stiamo parlando delle piramidi, ma di beni non vincolati in zona industriale». In buona sostanza le parole del presidente dell’Autorità portuale di Ravenna, Daniele Rossi, assecondano la decisione di Eni di abbattere le due torri di raffreddamento dell’area ex Sarom che si trova tra canale Candiano e via Trieste, nei pressi dello svincolo con la Classicana. I manufatti, di 55 metri di altezza in cemento armato, furono costruiti negli anni ‘50 e sono dismessi dagli anni ’80 quando cessò l’attività della raffineria.

È il quotidiano Corriere Romagna, in edicola oggi 29 marzo con un articolo di Andrea Tarroni, a raccogliere le parole di Rossi: «Da parte del nostro ente c’è il dovere di acquisire beni su cui non insistano problemi di sicurezza». Il riferimento è alla procedura in corso che porterà quel lotto di terreno da Eni a Ap per farne un campo fotovoltaico da 20MW al servizio del porto, a partire dal terminal crociere per consentire la sosta delle navi a motori spenti. Il progetto vale 26 milioni di euro di cui 10,4 arrivano dal Pnrr. Eni, sempre secondo quanto riporta il Corriere Romagna, ha stimato che il terreno valga 6,4 milioni.

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