mercoledì
17 Settembre 2025
confesercenti

A Faenza il 65percento delle attività non arriva ancora ai fatturati pre alluvione

657 domande di aiuti al bando della Camera di Commercio Per 9 imprenditori su 10 è calato il potere di acquisto dei clienti

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Pontefae

A un anno dall’alluvione solo il 3 percento delle imprese della Romagna faentina non ha riaperto, ma il 65 percento non è ancora tornato al fatturato precedente e nell’86 percento dei casi ritiene che questo sia dovuto alla riduzione del potere d’acquisto della clientela a sua volta alluvionata.
È una sintesi di un’indagine svolta dal centro studi di Confesercenti Ravenna-Cesena attraverso un questionario a un campione di cento attività commerciali distribuite nei sei comuni della Romagna faentina (Brisighella, Casola, Castel Bolognese, Faenza, Riolo e Solarolo). Il 92 percento degli intervistati dichiara di aver subito danni dagli eventi climatici di maggio 2023.

Le due tipologie di danni più frequenti sono quelli indiretti (personale alluvionato, viabilità compromessa, clienti non raggiungibili…) e quelli agli immobili: entrambi vengono segnalati dal 58 percento degli intervistati.
Solo l’11 percento non ha mai fermato l’attività. Per chi invece si è dovuto fermare, le difficoltà maggiori incontrate verso la ripresa sono state il ripristino dei locali e la desertificazione dell’area commerciale circostante. Il ritorno alla normalità è stato finanziato con risorse proprie nell’88 percento dei casi, con prestiti bancari nel 24 percento e con aiuti familiari o donazioni nel 12 percento.

Insomma si nota, come emerge anche da altre fonti, che nessuna impresa nei primi dodici mesi post alluvione abbia beneficiato di sostegni pubblici. Finora infatti solo la Camera di Commercio si è attivata: 657 domande arrivate dalla Romagna faentina, 1.400 euro in media di aiuti per ognuna. L’associazione di categoria ha approfondito lo scenario del centro storico di Faenza. Solo il 13 percento del campione afferma che non ha perso attrattività. Il resto degli interpellati si divide fra chi parla di vetrine ancora spoglie e sporche e trasferimento fuori dal centro di alcune attività.
Il campione si spacca 55-45 in favore di chi è fiducioso per il futuro dell’economia della Romagna faentina. Per quelli pessimisti la ragione principale è le tante risorse che serviranno e i tempi lunghi.

Alla luce di questi risultati, Confesercenti avanza alcune proposte. Ordinanze di decoro per le vetrine, incentivi per il ripristino dei locali e nuovi arredi urbani per riqualicare le vie commerciali. Incentivi alle nuove attività commerciali (Imu, Tari, tassa suolo pubblico) per portarle nelle are danneggiate. Campagne di promozione del commercio di vicinato estendendo le politiche incentivanti anche ai quartieri alluvionati. Rafforzare i servizi in collina per contrastare lo spopolamento.

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