La Regione Emilia-Romagna rilancia “C devi pensare”, la campagna regionale sullo screening gratuito dell’epatite C. Lo screening gratuito, con un prelievo del sangue, non necessita di prescrizione medica e oltre ai cittadini tra i 35 e i 55 anni iscritti all’anagrafe sanitaria, è rivolto alle persone seguite dai SerD e ai detenuti in carcere, in entrambi i casi indipendentemente dall’anno di nascita e dalla nazionalità. Da quando è stato introdotto nel 2022, al 30 giugno 2024, raddoppiate le adesioni: oltre mezzo milione di test effettuati (collocando la regione al primo posto in Italia per indice di copertura della popolazione generale destinataria, i nati tra il 1969 e il 1989) e 767 cittadini che hanno iniziato il trattamento terapeutico.
L’epatite C è una malattia causata dal virus Hcv che può rimanere latente anche per molto tempo, compromettendo lentamente il fegato: chi la sviluppa in forma cronica nella maggior parte dei casi non presenta alcun sintomo o solo sintomi generali, come depressione e stanchezza, ma l’infezione può evolvere in forme molto gravi e progressive, che vanno dalla cirrosi al cancro al fegato.
Contro l’epatite C esiste un’efficace terapia antivirale, semplice da assumere, sicura ed estremamente efficace: circa il 95 percento delle persone trattate guarisce completamente eliminando l’infezione; attualmente, invece, non esiste un vaccino.
Tre le tipologie di destinatari dello screening, individuati dal ministero della Salute: ‘target 1’ cittadini nati tra il 1969 e il 1989 (quindi di età compresa tra i 35 e i 55 anni) iscritti all’anagrafe sanitaria (inclusi gli Stranieri temporaneamente presenti – STP); ‘target 2’ le persone seguite dai Servizi pubblici per le Dipendenze (SerD) e ‘target 3’ i detenuti in carcere, in entrambi i casi indipendentemente da età e Paese di provenienza. Anche per il 2024 la Regione ha confermato la campagna di prevenzione secondaria, con l’obiettivo di intercettare la patologia in tempo e fornire le giuste terapie a tutti i casi positivi identificati.
Sono 1.364.341 i cittadini destinatari dello screening in Emilia-Romagna, nelle tre categorie previste: 1.330.562 nati tra il 1969 e il 1989, 24.678 seguiti dai SerD e 9.101 detenuti. Dal 2022, quando fu introdotto, al 30 giugno 2024, complessivamente 507.797 cittadini lo hanno effettuato, con una percentuale di copertura sulla popolazione target complessiva del 37,2% a livello regionale, in crescita rispetto a fine 2023, quando si assestava al 32%, e più che raddoppiata rispetto al 2022, quando era ferma al 17,9%. Di questi, per 1.032 (0,2% di quanti hanno effettuato lo screening) la positività è stata confermata dal successivo test: 967 persone sono state inviate ai centri di cura specialistici e 767 hanno iniziato il trattamento terapeutico.
Partecipare allo screening è facile. Per i cittadini nati tra il 1969 e il 1989 è gratuito e non serve la prescrizione: ricevono l’invito tramite il Fascicolo sanitario elettronico (Fse) e un sms in cui viene descritta la modalità di accesso alla prestazione Hcv Reflex (con prelievo di sangue venoso). La prenotazione può essere effettuata attraverso Fse, sportello Cup, Cup Web e App Er Salute. É inoltre possibile aderire allo screening in occasione di altri esami ematici aggiungendo quello per la ricerca del virus dell’epatite C, senza dover necessariamente effettuare un prelievo dedicato: si può farne richiesta direttamente allo sportello del centro prelievi. Sul campione di sangue vengono in un primo momento ricercati anticorpi specifici contro il virus dell’epatite C e successivamente, in caso di positività a questo primo test, viene ricercata la presenza del materiale genetico del virus stesso. In caso di esito negativo si riceve il referto sul proprio Fascicolo sanitario elettronico; in caso di esito positivo, il cittadino viene preso in carico dal centro specialistico di riferimento individuato dall’Azienda sanitaria, che lo contatta e fissa la visita specialistica (sempre senza prescrizione, né pagamento di un ticket).
Per quanto concerne i SerD e gli istituti penitenziari, prosegue l’attività già in corso per la ricerca di HCV nei soggetti che sono seguiti dai Servizi o detenuti, a prescindere dall’età e dalla nazionalità, e viene naturalmente garantita la presa in carico specialistica in caso di esito positivo.