lunedì
16 Giugno 2025
il fenomeno

Effetto Sinner: i tesserati del tennis in provincia sono quadruplicati in pochi anni

Ma nuovi campi solo da padel. Il delegato Fitp: «I circoli non investono anche perché è difficile farlo su impianti pubblici con concessioni che scadono. Sarebbe bello un torneo nel nuovo palazzetto»

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Sinner

Chiamatelo effetto Sinner. I tesserati del tennis in provincia di Ravenna sono quadruplicati negli ultimi cinque anni. Dai duemila del 2019 pre Covid ai quasi ottomila di quest’anno. Una crescita superiore alle medie regionali e nazionali: nello stesso periodo gli atleti sono raddoppiati in Emilia-Romagna e triplicati in Italia.

A misurare il fenomeno i dati forniti dal comitato regionale dell’Emilia-Romagna della Federazione italiana tennis padel (Fitp): nel 2019 c’erano 269 società affiliate in regione e oggi sono 321. A livello provinciale il dato è stabile (31) ma c’è stato un aumento di quelle del padel superiore alla contrazione di quelle del tennis. Aumento clamoroso per i tesserati tennis: oggi in provincia sono 7.852, erano 1.990 nel 2019. I dirigenti in provincia sono 41 e i maestri sono 110.

«Non c’è dubbio che i risultati internazionali dei nostri giocatori migliori in questi anni stiano aiutando la visibilità dello sport e attirino giovani – afferma Marco Contessi, delegato provinciale della Federazione italiana tennis padel (Fitp) –. C’è qualcuno in più che sceglie il tennis invece di calcio o pallavolo». A favorire la crescita del movimento c’è anche un approccio più attento della Fitp: «La promozione dell’attività viene fatta con più organizzazione, entrando nelle scuole e cercando di coinvolgere più persone. In questo si è rivelato molto prezioso il lavoro di Michelangelo Dell’Edera come responsabile nazionale della formazione tecnica, fisica e mentale».

L’entusiasmo aumenta, i tesserati anche, ma le società affiliate alla Fitp sono calate da 26 a 24 e attualmente in provincia ci sono 88 campi da tennis. «Parliamoci chiaro: le strutture per la pratica del tennis non sono proprio all’avanguardia. In città a Ravenna esistono ancora i circoli che esistevano quando ero bambino e non sono stati fatti grandi investimenti. I campi vengono mantenuti in buone condizioni, ma abbiamo circoli spesso a gestione quasi familiare che al massimo hanno 3-4 campi e vanno in difficoltà per organizzare tornei perché poi non c’è disponibilità di ore per mantenere l’attività ordinaria dei soci. L’unico circolo che si distingue un po’ è lo Zavaglia dove Omar Urbinati sta portando avanti un lavoro importante con l’attività agonistica».

L’unica isola felice sembra il “tennis in gabbia”, meglio noto come padel: «Gli unici campi nuovi sono per questo sport. È divertente e può giocarlo anche chi ha qualche anno in più, ma spero non sia una bolla».

Scarsi investimenti che hanno anche una ragione pratica: «I presidenti dei circoli lamentano l’incertezza per programmare perché si tratta di impianti pubblici in concessione e non sempre ci sono garanzie sulle proroghe o sui rinnovi. Così diventa difficile farsi carico di spese».

Per quanto riguarda la città di Ravenna è un periodo con grandi ambizioni nell’impiantistica: una nuova piscina e un nuovo palazzetto con un investimento complessivo da 50 milioni di euro. Ma di strutture tennistiche non se ne parla: «Un centro provinciale ben organizzato sarebbe una cosa bellissima. Ma va trovata l’area giusta e forse ci sono tanti “campanili”: ognuno preferisce il suo piccolo orticello piuttosto che rinunciare al suo nome in favore di un progetto comune. Speriamo che il nuovo palazzetto possa offrire l’occasione per qualche evento significativo di tennis. Se pensiamo che da due anni si gioca la Coppa Davis a Bologna all’Unipol Arena allora vuol dire che si può fare tennis ovunque, basta volerlo»

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