domenica
15 Giugno 2025
commercio

La cartoleria che era diventata un’istituzione: «Abbiamo realizzato un sogno»

I titolari dell'Aurora, di fronte alla Don Minzoni, raccontano la propria attività, chiusa a fine novembre dopo oltre trent'anni

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Cartolibreria Aurora

A fine novembre a Ravenna si sono spente per l’ultima volta le luci della cartoleria Aurora di via Cicognani. Dopo 31 anni di onorato servizio, la proprietaria Roberta Casadei e il marito Stefano Cangialeoni hanno deciso di chiudere il negozio e di dedicarsi alla cura delle persone a loro care:«Diventare nonni – spiega Roberta – ci ha spinto a prendere questa decisione, e poi ci sono i nostri genitori, che stanno invecchiando. Vogliamo passare del tempo con loro». La decisione ha stupito e (anche un po’ commosso) i numerosi clienti affezionati, che dopo aver letto l’annuncio su Facebook dell’imminente chiusura si sono presentati in negozio per un saluto e un abbraccio. Una reazione non poi cosi anomala, se si considera l’importanza che un esercizio commerciale di questo tipo ha avuto per anni nella vita di centinaia di studenti e studentesse della zona (e non solo) divenendo una vera e propria “istituzione” locale; d’altronde, 30 anni di attività continuativa sul territorio lasciano il segno.

«La nostra avventura – ci racconta Roberta – iniziata nell’89, quando io e Stefano, che sarebbe diventato mio marito l’anno successivo, abbiamo preso in gestione la cartoleria investendo tutti i nostri risparmi per realizzare un sogno. Prima facevamo lavori diversi, io ero impiegata in un’agenzia immobiliare mentre Stefano lavorava per la Cmc. Inizialmente il negozio si trovava in via Rotta, ma lì non vendevamo tanto, cosi abbiamo deciso di spostarci in via Cicognani, dove nel frattempo stavano costruendo la scuola media Don Minzoni. Da lì non ci siamo più fermati, anche se non siamo mai riusciti a convincere il proprietario a venderci il locale…siamo stati in affitto per 31 anni! Però riuscivamo a vendere, e cosí siamo rimasti. Tornassi indietro, rifarei tutto allo stesso modo».

La vicinanza alla scuola media Don Minzoni ha senz’altro giocato un ruolo strategico nella sopravvivenza della cartoleria, ma chiunque abbia frequentato il negozio di Roberta e Stefano sa che il successo della loro un’attività non è solo frutto di coincidenza e fortuna. La cartoleria Aurora ha sempre avuto molti clienti affezionati, disposti anche a fare la fila fuori dalla porta di ingresso nel periodi di maggiore richiesta come il mese di settembre.  «Un primo aspetto apprezzato dai clienti è forse l’organizzazione – continua Roberta -. Ci sono stati periodi in cui arrivavamo a casa alle 22, lavoravamo al computer fino a mezzanotte e poi io rimanevo sveglia fino anche alle due di notte per finire di rilegare i libri di testo, in modo che fossero pronti quanti i clienti venivano a ritirarli». Un’organizzazione che fa rima con dedizione e passione per il proprio mestiere, il tutto reso ancora più efficace dal modo di porsi dei proprietari, sempre gentili e sorridenti in negozio. «Penso che la gente abbia apprezzato la nostra umanità, la nostra empatia. La gentilezza è importantissima in un lavoro come il nostro. Una volta a una ragazza non sono arrivati in tempo i libri per un nostro errore nella prenotazione; quando me me ne sono accorta a settembre non ci ho dormito per una settimana. Mi diceva di non preoccuparmi, ma io ero molto dispiaciuta, ho cercato di sollecitare in tutti i modi il magazzino della casa editrice per risolvere».

Un atteggiamento, questo, che i clienti hanno senz’altro notato e apprezzato, decidendo di premiare la cartoleria con costanza e fedeltà nell’acquisto di penne, quaderni, astucci e soprattutto libri di testo, un importante fonte di guadagno per l’Aurora: «Quando abbiamo iniziato a vendere l’usato, ho notato che la gente si è affezionata a noi ancora di più. Per me è stato un doppio piacere: facevo felice il cliente che mi portava il libro da vedere e allo stesso tempo facevo felici quello che lo acquistava a un prezzo scontato. Insomma, rendevo felici due persone con lo stesso libro!».

Non sono mancate di certo le difficoltà, derivate soprattutto da fattori esterni come il rapporto con le case editrici, sempre più in ritardo nelle consegne – «Anche quest’anno abbiamo ordinato dei libri a inizio luglio e sono arrivati solo a metà ottobre» racconta con amarezza la proprietaria. Per non parlare poi dell’effetto Amazon, che ha inciso soprattutto dopo il Covid su articoli da regalo e accessori per le feste. «Per i libri e la cartoleria, invece, i clienti si sono sempre fidati di noi e quindi non ne abbiamo risentito più di tanto».

Alla fine, insomma, la chiusura di un’attività trentennale è stata motivata da ragioni personali e, per cosi dire, legate a un naturale epilogo, più che a fattori commerciali. C’è da rallegrarsene, considerando in generale l’andamento odierno delle piccole attività, spesso letteralmente inghiottite dalla concorrenza online. Un lieto fine che vede i protagonisti proiettati in un futuro di affetti e passioni sportive (Roberta e Stefano sono da tempo attivi come volontari nella pallavolo). Già si avverte in loro un pizzico di fisiologica nostalgia, ma la tristezza è stemperata dalla dolcezza del ricordo di anni tanti passati a svolgere un lavoro che è stato, da subito e prima di tutto, una passione. «Siamo stati fortunati a fare un lavoro che ci piaceva», ammette Roberta. E chissà che questo non diventi un monito per tutti i giovani studenti che hanno frequentato la cartoleria Aurora e che si trovano oggi a scegliere una direzione per i proprio futuro. Che possano essere, o diventare, lavoratori altrettanto appagati e soddisfatti.

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