Un piano per stampare in 3D basi spaziali utilizzando come materia prima lo stesso suolo lunare: questo l’ultimo impegno di Wasp (azienda di Massalombarda specializzata in stampa 3D), che lavorerà per i prossimi due anni al progetto “Glams”, finanziato finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana.
Il concetto è quello di ridurre al minimo i costi e l’impatto ambientale dovuti al trasporto di materiali dalla Terra alla Luna, sfruttando le materie prime disponibili localmente, come il suolo composto di regolite, che viene attivata chimicamente per ottenere una sorta di “cemento lunare” e stampata in 3D con le più avanzate tecnologie di Wasp. La base deve considerare le condizioni ambientali, tra cui ampi intervalli di temperatura, gravità ridotta, pressione atmosferica e possibile impatto di micrometeoriti.

Il progetto è stato presentato al 75° Congresso Internazionale di Astronautica (Iac) a Milano ed è coordinato dal Centro Studi e Attività Spaziali “Giuseppe Colombo” (Cisas) dell’Università di Padova, e supportato da una partnership conl’Istituto di Chimica della Materia Condensata e di Tecnologie per l’Energia del Cnr (Icmate) con sede a Genova, oltre che dall’azienda romagnola. Il responsabile scientifico è il professor Luca Valentini (Dipartimento di Scienze della Terra) mentre i pacchetti di lavoro sono guidati dal è professor Carlo Bettanini e dalla dottoressa Giorgia Franchin (Dipartimento di Ingegneria Industriale).
Durante la prima fase del progetto, Valentini e Franchin guideranno i ricercatori dell’Università di Padova per la formulazione dei “leganti geopolimerici” ottenuti dall’attivazione chimica della regolite lunare. Dopodiché, l’Istituto di Chimica del Condensato e Tecnologie Energetiche del Cnr di Genova selezionerà agenti schiumogeni adatti a garantire una struttura macro-porosa fissata al legante geopolimerico indurito. Successivamente, Wasp implementerà le formulazioni intraprese durante le fasi precedenti del progetto, per creare un prototipo dell’elemento strutturale di dimensioni medie con struttura macro-porosa fabbricato tramite stampa 3D. Infine, un gruppo coordinato da Carlo Bettanini fornirà sensori per gli elementi strutturali.
La speranza è che il Progetto Glams possa contribuire a soddisfare le esigenze delle agenzie spaziali creando insediamenti umani semi-permanenti sulla Luna entro il prossimo decennio.