Il Gelso di Gerasalemme di Paola Caridi, pubblicato da Feltrinelli (che l’autrice presenterà a Ravenna il 26 febbraio alle 20.30 alla sala D’Attorre), intreccia storia e botanica, umano e non-umano attraverso il Mediterraneo e attraverso i secoli, concentrandosi in particolare sulla storia più recente e partendo inevitabilmente da Israele e Palestina. Qui scopriamo per esempio come quello che è il mito fondativo dello stato ebraico, ossia “far nascere un giardino in un deserto” abbia implicato innanzitutto una colonizzazione botanica, con milioni di pini, che è servita a rendere più “europeo” il paesaggio, ma anche a nascondere le rovine di interi villaggi palestinesi. Rovine che sono riemerse dopo gli immensi incendi del 2021 la cui devastante portata è da attibuire anche a quegli stessi pini, i cui aghi a terra, in un clima caldo e asciutto, hanno fatto da combustile.
E ancora, scopriamo come le arance di Jaffa erano già nell’Ottocento un bene ricercatissimo per combattere lo scorbuto sulle navi mercantili e avevano fatto la ricchezza della stessa città, all’epoca tra le più importanti di quest’area grazie al lavoro dei palestinesi. E oggi invece c’è da credere che proprio da lì venga l’arancio scelto come colore dai coloni, identitario dello Stato di Israle.
E ancora i gelsi, in Libano, coltivati in gran quantità fino a diventare una monocultura per “sfamare” le fabbriche della seta di Lione ma che ha finito per affamare la popolazione quando, con la prima guerra mondiale, fu bloccato il porto di Beirut. Quel filo di seta che da secoli collega oriente e occidente e che nel libro di Caridi porta fino a Bisanzio e ai mantelli di Teodora e Giustiniano nella basilica di San Vitale. E poi sicomori e ulivi, e piante selvatiche o officinali di cui si vieta il raccolto per ragioni più politiche che naturalistiche.
Il viaggio di Caridi si espande fino alla Turchia e all’Egitto e Palermo in un rimando di rivolte contro le oppressioni, di storie di colonizzazioni, dove gli alberi proteggono, nascondono, cibano, salvano. Un intreccio di storie da una visuale nuova su un presente quanto mai complesso che si riallaccia al passato, un libro illuminante e scritto con una penna precisa e incisiva, mai ridondante per un racconto imperdibile.