domenica
29 Giugno 2025
la segnalazione

Gli ambientalisti: «Strage di fauna protetta al Mausoleo di Galla Placidia»

Centinaia di rospi smeraldini avevano trovato casa tra gli scavi allagati di Santa Croce. Gli esemplari sarebbero stati uccisi durante le pulizie straordinarie in vista della visita dei reali

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Bufo Viridis Sc
Rospo Smeraldino
La segnalazione della presenza di centinaia di rospi nella zona del complesso della Basilica di San Vitale e del Mausoleo di Galla Placidia era giunta solo lo scorso 31 marzo, quando il loro canto era stato registrato durante la notte (si può ascoltare nel video). È probabile che gli esemplari si rifugiassero tra gli scavi allagati di Santa Croce.

Secondo quanto riportato dall’associazione Italia Nostra (a tutela del patrimonio storico, artistico e naturale della nazione), il gracidare sarebbe stato identificato con sicurezza da esperti: si tratta del rospo smeraldino (Bufotes viridis), una specie particolarmente protetta dalla Legge Regionale n. 15 “Disposizioni per la tutela della fauna minore in Emilia-Romagna”.

Nonostante questo però, dopo solo qualche giorno dalla scoperta gli scavi sono stati svuotati dalle acque, «presumibilmente a causa dello zelo spazzino che in questi giorni travolge la città per la visita di illustri ospiti» scrivono dall’associazione, riferendosi agli interventi di pulizia straordinaria in centro storico, in vista dell’arrivo dei reali inglesi.

«Ci rechiamo agli scavi all’imbrunire, all’ora in cui i rospi, nell’attuale periodo di riproduzione, scendono nell’acqua e cantano – continuano da Italia Nostra -. Il silenzio. La verifica è stata eseguita per alcune sere consecutive. L’acqua dagli scavi è stata aspirata, e con tutta probabilità anche le centinaia di rospi. Una strage».
Secondo quanto riportato nell’appendice II della della Convenzione di Berna e nell’appendice IV della Direttiva Habitat, l’uccisione di tale specie protetta rappresenterebbe un reato punibile con sanzioni di svariate migliaia di euro. «Non riteniamo che i rospi debbano abitare gli scavi di Santa Croce: ma se per qualche motivo vi sono finiti, non possono essere uccisi, come probabilmente accaduto, ignorando le leggi – concludono gli ambientalisti -. Tra l’altro pare che gli scavi si stiano nuovamente allagando. Un episodio sconcertante che verrà segnalato e che mostra incuria, degrado e scarsa conoscenza a tutti i livelli, sia del patrimonio archeologico che di quello ambientale».

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