Dopo settimane di attesa, tra anticipazioni e curiosità, preoccupazioni per le strade chiuse e interventi di manutenzione alle vie del centro, il 10 aprile è finalmente arrivato, e con esso la visita a Ravenna dei reali del Regno Unito, re Carlo III e regina Camilla, ospiti della città insieme al presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell’80esimo anniversario della Liberazione della provincia.
La tensione si avverte già dal primo mattino, quando camminando per il centro semideserto, in direzione piazza San Francesco, si scorgono agenti in divisa ad ogni angolo della strada, con lo sguardo attento sui passanti e le radioline squillanti in mano.
Alcuni commessi aspettano sull’uscio del proprio negozio, scambiandosi qualche battuta sull’evento. Intanto in piazza, alle nove e trenta, c’è già chi aspetta. La visita dei reali infatti partirà proprio da lì, ma il loro arrivo non è previsto prima dell’una.
Dietro le transenne, il Tricolore sventola insieme all’Union Jack, c’è chi indossa maglie a tema o ha in mano collage di foto, cartelloni, lettere per il re, fino a un mazzo di fiori da consegnare direttamente alla regina. Tra i tanti ravennati, qualcuno arriva da Bologna, Forlì, Pavia, fino a qualche fedelissimo pure dall’Australia. Ci sono le titolari di un negozio di ceramiche vintage inglesi del modenese, agghindate con cappellini dai colori pastello che ricordano l’iconico stile della regina Elisabetta. Raccontano di avere seguito i reali a Londra durante il “giubileo” del 2022, e ancora in occasione dei funerali della regina, fino all’incoronazione di re Carlo del 2023 e le successive celebrazioni a Edimburgo. Altri sperano in una stretta di mano o nell’occasione di esprimere ai reali la loro ammirazione. Qualche influencer cerca di sfruttare l’occasione per condividere un contenuto virale, come l’ex concorrente di Masterchef Niccolò Califano, che sventola un panino al formaggio avvolto nella pellicola con l’idea di «consegnarlo a sua maestà».
Nel frattempo la ressa cresce, con le autorità costrette a imporsi per far rispettare i posti assegnati e l’inno inglese che risuona tra le casse degli smartphone.
Il presidente della Regione Michele de Pascale, ricorda da ex sindaco della città la presenza in sala consiliare delle bandiere di Canada e Regno Unito: «Un segno di riconoscenza nei confronti degli alleati, ancora più importante oggi, nell’80esimo anniversario della liberazione di Alfonsine e della provincia». De Pascale sottolinea poi l’importanza della vetrina mediatica per la città e le sue eccellenze enogastronomiche, racchiuse in una serie di stand in piazza del Popolo in occasione di quello che è stato ribattezzto Uk-Emilia Romagna Festival.
Il sindaco facente funzioni Fabio Sbaraglia sottolinea come la visita di Stato sia «una straordinaria occasione per la città per aprirsi al mondo. Il turismo è da anni parte integrante dell’economia di Ravenna e siamo onorati che in una data importante come l’80esimo anniversario della Liberazione i reali britannici e il presidente Mattarella siano nostri ospiti. La loro visita toccherà poi tre dei temi più iconici della cifra culturale della città: Byron, Dante e i mosaici».
Un rombo di motori introduce i Corazzieri, che attraversano la piazza in sella alle Guzzi V85, e la banda cittadina prende posto davanti alla basilica di San Francesco. È mezzogiorno e tre quarti quando inizia a spargersi la voce del fatto che l’aereo dei reali sia appena atterrato a Forlì.
Alle 13,30 l’Audi nera con lo stemma reale da un lato e la bandiera tricolore dall’altro si ferma davanti alla folla festante: scende re Carlo, con un elegante completo grigio seguito da Camilla, scarpe basse e un ampio abito chiaro. Sorridono e non si tirano indietro davanti a foto e strette di mano, tra il muro di decine di smartphone e fotocamere, la regina accetta con un sorriso i mazzi di fiori.
Si fermano davanti alla basilica, accanto alle istituzioni locali, mentre la folla non ha ancora finito di gridare «Benvenuti reali!» o «God save the King», ma adesso è il momento di lasciare spazio alla banda cittadina che, accompagnata dal coro dei bambini della scuola elementare Mordani, suona l’inno italiano e quello inglese.
Terminati i saluti, re e regina iniziano il tour culturale della città, che si apre con la visita alla tomba di Dante e la performance di Ermanna Montanari, intenta a declamare la preghiera di San Bernardo del XXXIII canto del Paradiso della Divina Commedia. Da qui i reali si separano per un breve periodo: Re Carlo III visita la Basilica di San Vitale, accolto dal vescovo di Ravenna, monsignor Lorenzo Ghizzoni, mentre la consorte Camilla si dirige al museo Byron. Al termine della visita, il re ha posato simbolicamente l’ultima tessera di un mosaico realizzato dagli studenti dell’Accademia di Belle Arti in onore della casa regnante inglese.
Nel frattempo, la sala preconsiliare del municipio ospita un ricevimento dai toni fiabeschi: un tè all’inglese con ufficiali italiani, britannici e canadesi in divisa e donne in abito lungo, velette e cappellini: più tardi incontreranno i reali, tra loro ci sono anche due reduci, un 103enne che si alzerà dalla sedia a rotelle per stringergli la mano, e una staffetta. Sono le quindici e trenta e Piazza del Popolo è in pieno fermento per l’arrivo del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dei reali, tra applausi e grida. Dopo un veloce saluto alla folla, prendono posto in sala consiliare, alla presenza di un gran numero di istituzioni locali, tra cui il presidente della Regione Michele de Pascale e il presidente dell’Anpi provinciale Renzo Savini.
Qui, il sindaco facente funzioni Fabio Sbaraglia ha modo di ricordare «il sacrificio di tutti gli uomini e le donne che hanno anteposto alla propria vita gli ideali di libertà, di giustizia e di uguaglianza che sono alla base della nostra democrazia».
Oltre al pensiero per gli alleati, il primo cittadino invita i reali a prestare attenzione ai busti del corridoio del municipio, quelli di Arrigo Boldrini e Benigno Zaccagnini, due dei protagonisti della Resistenza ravennate.
Finita la commemorazione, i reali e il presidente Mattarella salutano dal balcone del municipio le tante persone radunate in piazza del Popolo. A seguito dell’incontro con le delegazioni militari, uno scambio di regali tra il sindaco Sbaraglia (che ha donato al re una guida della città) e il sovrano, che ha scambiato con il primo cittadino una foto storica di piazza del popolo nel 1945.
È con l’uscita dal Comune, con la sfilata delle istituzioni tra i corazzieri in divisa, che il clima festoso della giornata raggiunge il suo apice, il fervore della folla cresce, mentre Presidente e reali si avvicinano ai cittadini per godersi un momento leggero e anche goliardico, tra assaggi di piadina e squacquerone e la regina che si cimenta nella chiusura di un cappelletto. Tra gli stand della piazza c’è anche quello dello chef Carlo Cracco, che propone una ricetta a base di agnello gallese “all’italiana” per coniugare la tradizione locale a quella britannica.
La scoperta delle tipicità gastronomiche locali diventa anche occasione per un saluto del re alle cooperative agricole alluvionate e al presidente di Legacoop Romagna Paolo Lucchi. Chi non è ancora riuscito a fare una foto sgomita per avvicinarsi, mentre i più fortunati si vantano con gli amici di aver ricevuto una stretta di mano dalla regina o di aver immortalato un bel primo piano del re col proprio cellulare. Non è mancato però qualche inconveniente, come potrebbero raccontare i dipendenti della Cassa di Ravenna rimasti chiusi all’interno della banca fino alla fine delle celebrazioni.
Non sono ancora le sedici e trenta quando gli agenti creano un corridoio tra la folla per permettere al presidente e ai reali di lasciare la piazza in sicurezza. La visita alla città è durata poco meno di tre ore e, mentre si allontano in direzione via Diaz, le note di Romagna Mia risuonano per la piazza, enfatizzate dal coro dei centinaia di spettatori. Carlo e Camilla lasciano Ravenna un clima che, come vocifera qualcuno tra la folla «forse ricorda più una sagra di paese che una visita di Stato» ma che probabilmente sarà ricordato dai reali come un momento gioioso in una città che non ha voluto tradire, nemmeno in un’occasione di importanza storica come questa, la proverbiale accoglienza romagnola.