venerdì
20 Giugno 2025
Dati Ausl

In provincia 240 persone over 65 ogni cento under 14, mai così tanti dal 1998

Le persone di almeno 85 anni sono il 14 percento dei residenti. I comuni più giovani sono quelli con più stranieri. Aumentano le famiglie con un solo membro: 4 su 10

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I ravennati sono sempre più vecchi e sempre più soli. È la sintesi estrema della fotografia statistica della popolazione provinciale (circa 390mila persone) fatta dall’Ausl Romagna.

Le riflessioni di Giulia Silvestrini, dirigente del dipartimento di Igiene pubblica a Ravenna, partono dall’indice di vecchiaia, il rapporto tra la popolazione over 65 e quella under 14: «In provincia è arrivato a 234,8: significa che ci sono quasi 2,4 anziani per ogni bambino». Il dato non è mai stato così alto da oltre 25 anni: nel 1998 era attorno a 1,3. Se si restringe la misurazione al distretto di Ravenna (composto dal comune capoluogo e da quelli di Cervia e Russi) allora il numero arriva a 237 che è il più alto di tutta la Romagna. Tra i comuni ravennati il dato più alto è a Casola (con 3 anziani ogni bambino, il più basso a Massa Lombarda e Bagnara dove si attesta tra 1,6 e 1,7).

Un altro indicatore importante è l’indice di dipendenza senile, il rapporto tra la popolazione di 65 anni e più e la popolazione in età lavorativa (15-64 anni). In pratica, indica quanti anziani ci sono ogni 100 persone in età da lavoro. In provincia andiamo dal 50 di Alfonsine al 33,5 di Sant’Agata, media provinciale a 42,3. Un indice elevato significa un maggiore onere economico e sociale sulle fasce più giovani della popolazione.

L’età media della provincia è 48 anni (dai 45 di Bagnara, Sant’Agata e Massa Lombarda ai 50 di Brisighella, Casola e Alfonsine). I residenti over 65 sono il 26,4 percento, quelli oltre 85 anni di età sono il 14 percento.

Come leggere i numeri della Bassa Romagna? «Sono zone con maggiore presenza di popolazione straniera – spiega Silvestrini – che è più giovane della media italiana, molto spesso sotto i 65 anni. La media provinciale degli stranieri residenti è il 12 percento (il picco a Massa Lombarda con il 20 percento, ndr), ma sono solo il 3 percento degli over 65. È una popolazione che produce e produrrà ricchezza per il sostegno del sistema e al momento non pesa sulle pensioni».

L’invecchiamento della popolazione è mostrato plasticamente dall’evoluzione della cosiddetta piramide dell’età: «Non è più una piramide ma ora assomiglia a un rombo e presto diventerà una piramide rovesciata con la fascia di età 45-65 che oggi è la più consistente numericamente nel complesso della popolazione e invecchierà». Detto in altri termini: popolazione con età media alta e poche persone in età fertile.

All’invecchiamento della popolazione si affianca un altro trend evidente: si contrae il numero medio di componenti delle famiglie che ora è 2,11. «In provincia il 40,7 percento delle famiglie è composto da un solo membro, si va dal 36,5 di Massa al 45 di Cervia, passando per il 43 del capoluogo, anche se sappiamo che nelle località di mare è un dato un po’ falsato per chi ha la residenza nelle seconde case e risulta come nucleo familiare». L’età media delle famiglie unipersonali è 61 anni, una famiglia su quattro ha almeno un componente over 75 e 15 famiglie su cento sono composte interamente da persone over 75.

«Se la popolazione è sempre più anziana e sempre più sola – sottolinea Silvestrini –, si riduce la dimensione del supporto familiare accanto all’assistenza del sistema sanitario». Una conferma viene dal mondo del volontariato: «Nei tavoli di confronto periodici ci dicono che i tre quarti delle risorse ora vengono utilizzate nei servizi di accompagnamento delle persone ai luoghi di cura, una pratica che diventa più richiesta perché sempre più persone non hanno familiari che possano aiutarli».

Tutto questo chiama l’Ausl alla sfida di riorganizzare i servizi: «Un esempio può rendere l’idea: una persona sola non può essere seguita in assistenza domiciliare perché non ha un caregiver».

Allora servono nuovi approcci. Finora si è riusciti ad aumentare l’aspettativa di vita: in Italia è 80,5 anni per gli uomini e 84,8 per le donne, in Emilia-Romagna è rispettivamente 81,2 e 85. «Ora l’obiettivo deve essere aumentare gli anni in buona salute». La parola d’ordine è prevenzione e promozione di corretti stili di vita. «Ormai sappiamo che tute le patologie cronico-degenerative sono correlate ad alcuni comportamenti: il fumo, la sedentarietà, l’alimentazione scorretta. Se riusciamo a lavorare su questi fattori, faremo in modo che chi invecchia si ammali più tardi e chi è già ammalato riduca le complicanze».

Quasi il 44 percento della popolazione adulta provinciale risulta in sovrappeso, quota che arriva al 56 percento se si considerano solo gli adulti ultra 64enni. Nella popolazione 18-69 anni risulta sovrappeso/obeso il 36 percento delle donne e il 51 percento degli uomini.

La dirigente dell’Igiene pubblica chiede una presa di coscienza del singolo: «L’individuo deve capire che metterci del suo per arrivare in buona salute da grande non è solo per ridurre le spese del sistema sanitario, che comunque non possono essere infinite, ma serve per ridurre i bisogni di salute, per vivere meglio. È un senso di responsabilità collettivo». Sul campo significa, per esempio, aderire alle campagne di screening: «Diagnosi precoci evitano di intervenire quando la malattia è avanzata e la cura è più invasiva». Ma significa anche vaccinazione: «Si riducono i casi di alcune malattie, si riducono gli ammalati, meno persone finiscono in rianimazione».

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