Approderà in Darsena a Ravenna dal 29 agosto al primo settembre la Bel Espoir, nave-scuola della pace che sta solcando il Mediterraneo con a bordo 200 giovani provenienti da Palestina, Libano, Siria, Egitto, Giordania, Italia e altri Paesi. Un viaggio simbolico e concreto, partito il 1° marzo da Barcellona e che, tappa dopo tappa, promuove il dialogo tra culture, religioni e storie differenti.
Per l’occasione verranno organizzati eventi, convegni e appuntamenti aperti a tutta la città. Il fulcro sarà un grande incontro sul tema “Cristianesimi di Oriente e di Occidente”, con importanti relatori come fra Lorenzo Raniero, preside dell’Istituto San Bernardino di Venezia, Giovanni Gardini, presidente dell’Amei, il priore della comunità di Bose, Sabino Chialà, Adriano dall’Asta di Russia cristiana e Laila Simoncelli, della Papa Giovanni XXIII. Il sabato sera per i giovani verrà organizzata una visita guidata alle piazze e alle opere di street art di Ravenna mentre la domenica è in programma una visita ai nostri monumenti Unesco e, in serata, a Marina, una festa della Pastorale giovanile-vocazionale
«La scelta di Ravenna come uno dei cinque porti italiani del progetto nasce dalla nostra storia di dialogo con l’Oriente – spiega don Pietro Parisi, direttore dell’Ufficio Ecumenismo e Dialogo intereligioso della Diocesi –. Sarà un segno per tutta la città».
Promosso dalla diocesi di Marsiglia, dall’associazione Bel Espoir-Ajd, e da Mar Yam, il progetto Med25 prevede 30 tappe in altrettante città del Mediterraneo, di cui cinque in Italia.
Un’esperienza nata anni fa come momento di incontro in alcune città che si affacciano sul grande mare e che quest’anno, in occasione del Giubileo 2025, ha preso la forma di un pellegrinaggio.
«Purtroppo la tappa numero quattro del nostro percorso, in Libano, è saltata per le bombe che sono cadute in Iran – ha spiegato in collegamento video don Alexis Leproux, vicario episcopale per le relazioni mediterranee della Diocesi di Marsiglia e responsabile del progetto Med 25 -. La nave è dovuta tornare a Cipro e la comunità di Beirut ha dovuto rinunciare ad accogliere i giovani. Ora è diretta a Istanbul. L’obiettivo è fare del Mediterraneo un luogo di fraternità».