martedì
16 Settembre 2025
LA MANIFESTAZIONE

In centinaia in Darsena contro le armi di Israele e a sostegno della “Flotilla” e della Palestina – FOTO

Corteo fino alla sede dell'Autorità portuale. Tra gli interventi quello della giornalista Maggiori, che ha sollevato il caso Undersec

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Diverse centinaia di persone (oltre mille secondo gli organizzatori, tra cui in particolare i gruppi Bds Italia, “Movimento italiano per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni contro l’apartheid israeliana”) hanno preso parte alla manifestazione che si è svolta (martedì 16 settembre) in darsena contro il transito di armi e componenti belliche dirette in Israele dal porto di Ravenna.

Tra i primi interventi, quelli della giornalista e attivista faentina Linda Maggiori, che nelle scorse settimane ha sollevato anche il “caso Undersec”, che vede l’Autorità portuale ravennate collaborare nell’ambito di un progetto europeo con istituzioni israeliane (ne parla nel dettaglio nell’intervista a questo link). Seguono gli interventi tra gli altri delle organizzazioni dei lavoratori portuali di Ravenna e Genova, ma anche associazioni di Ferrara e Bologna.

Il corteo è variopinto, gente di tutte le età, alcuni studenti di Osa (Opposizione Studentesca d’Alternativa) guidano i cori, mentre si percorre il breve tratto dalla testata della darsena fino ai cancelli della sede dell’Autorità portuale. Tra i presenti anche l’assessora alla Pace del Comune di Ravenna, Hiba Alif.

Da molte città hanno preso in mano il megafono per raccontare le loro storie e il loro sostegno a Gaza, alla Global Sumud Flotilla e alla Palestina intera. Un esponente palestinese di “Ferrara per la Palestina”, durante il suo lungo intervento dice: «Per citare Francesca Albanese, la Flotilla rappresenta il fallimento delle istituzioni e delle organizzazioni internazionali» – e ancora – «dobbiamo tornare a essere partigiani».

Nel giorno in cui i carri e i blindati israeliani hanno fatto irruzione a Gaza City si sono ritrovate centinaia di persone a Ravenna – da tanti settori e mondi, dai porti, dalle associazioni, dalle organizzazioni studentesche, dal teatro – per unire la loro voce al coro che molti in tutto il mondo stanno intonando: “Free Palestine”.

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