giovedì
18 Settembre 2025
post alluvione

Traversara un anno dopo: il giardino di Piera è ancora allagato

La casa della 65enne Alboni è in zona rossa, dove tutto è fermo. Lei ora vive con il compagno a casa del suocero: «Perché non ci dicono cosa fare?»

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Da un anno a casa di Piera Alboni a Traversara c’è uno stagno in giardino con delle piante acquatiche che proliferano. Quanto sia la profondità è difficile dirlo. È il lascito, sgradito e non voluto, dell’alluvione del 19 settembre 2024.

L’abitazione della 65enne è una villetta singola in via Torri a qualche centinaia di metri dal punto in cui l’argine sinistro delfiume Lamone è crollato. «L’ondata di piena si è infilata tra la mia abitazione e quella del vicino, la forza dell’acqua ha abbattuto una parte della mia casa e ha scavato una voragine nel terreno». Un anno dopo c’è ancora l’acqua, circondata da cespugli di erbacce. «È stato iniziato un tentativo di prosciugamento, ma ci siamo accorti che il livello risaliva. Probabilmente la voragine ha raggiunto l’altezza della falda e quindi l’acqua affiora dal terreno». Le operazioni di rimozione dell’acqua si sono fermate anche perché l’acqua ha raggiunto le fondamenta e toglierla poteva mettere a rischio crollo la parte di casa rimasta in piedi.

La villetta di Piera è uno dei trenta immobili nella zona rossa per cui una commissione tecnica ha cominciato il lavoro per stabilire se vanno demoliti o possono essere recuperati. Ma la padrona di casa ha poche speranze: «È la casa che apparteneva ai miei genitori, in cui vivo da quando sono nata. Mi sono già messa l’anima in pace e so che dovrò abbatterla – ammette la donna seduta nella veranda a casa della figlia, distante poche decine di metri e alluvionata ma non in zona rossa –. Però è estenuante dopo un anno non avere avuto ancora spiegazioni dalle autorità. Ci dicano cosa dobbiamo fare, invece di tenerci in sospeso. Dal giorno dopo del disastro vorremmo fare quello che c’è da fare per lasciarsi tutto alle spalle prima possibile e pensare al futuro, ma non sappiamo ancora nulla e viviamo ogni giorno la stessa sofferenza».

La casa di Piera è finita sott’acqua un anno dopo una ristrutturazione completa: «A maggio 2023 avevamo avuto la prima alluvione e avevamo perso pavimenti, impianto elettrico e arredi. Abbiamo ristrutturato e poi è arrivato il disastro di settembre 2024». Ora va abbattuta o si può salvare? Se va abbattuta, quali indennizzi potrà ricevere? E si potrà ricostruire su quel lotto di terra? Sono le domande principali di Piera che restano ancora senza risposta: «Sono sempre stata orgogliosa di vivere in Emilia-Romagna, per la qualità della vita e l’attenzione verso la popolazione. Ma questa volta mi sento abbandonata dalle istituzioni. Nessuno ha risposte ed è passato un anno perché fanno speculazione politica sulla pelle delle persone alluvionate».

Oggi Piera e il compagno Daniele vivono a Villanova di Bagnacavallo, nella casa che ha lasciato loro l’anziano padre di Daniele: «Ha 85 anni e si è preso una piccola casa in affitto per sé e ha lasciato a noi la sua. È stato un gesto bellissimo, ma noi vorremmo avere una nostra casa». E la vorrebbero proprio dove c’è quella semicrollata, sebbene il rivale del Lamone sia sempre lì che incombe: «Ci ho passato tutta la vita, dove dovrei andare alla mia età? Io non ho paura del fiume, non l’ho mai avuta. Mi fanno paura le persone che non hanno fatto la manutenzione a quel fiume».

Il bilancio degli ultimi due anni di Piera e Daniele è di due alluvioni subite e una casa inagibile e tutto quello che hanno avuto, oltre alla quota mensile perché ancora fuori dalla loro residenza, sono 15mila euro dal contributo di immediato sostegno: 5mila per il 2023 e 10mila per il 2024. La coppia aveva anche una polizza di assicurazione. Magra consolazione: «Si sono aggrappati a ogni cavillo per riconoscerci il meno possibile. Ci hanno detto che la parola “alluvione” non era compresa e alla fine abbiamo avuto diecimila euro. Mi chiedo che senso abbia chiedere alla gente, che già paga le tasse, di fare polizze se poi le compagnie usano ogni pretesto per fare il loro interesse?».

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