domenica
21 Settembre 2025
ricostruzione

A Faenza ancora 86 case inagibili o non bonificate. Solo un alluvionato su dieci ha avuto rimborsi

Due anni e mezzo dal primo allagamento: per imprese e famiglie danni per 60 milioni di euro. Il commissario deciderà quali aree non sono difendibili e gli indennizzi per andarsene

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A due anni e mezzo dalla duplice alluvione di maggio 2023, Faenza è ancora in attesa di 27 milioni di ristori statali per le imprese e i cittadini. Le famiglie fuori casa restano 76, le abitazioni non bonificate o inagibili sono 86. Per avere il contributo di immediato sostegno (noto come Cis) per la ricostruzione sono state presentate 3.800 domande sul 2023, per un totale di 10,4 milioni di euro. Ma questi numeri, forniti dal Comune, non bastano a restituire il quadro di un territorio che si sta trasformando per evitare che la città venga inondata di nuovo. A settembre 2024 c’è stata la terza alluvione in 16 mesi, la probabilità di altri eventi analoghi è elevata e perciò Palazzo Manfredi ha acquistato 20 ettari di terreno da privati per realizzare alcune opere di sicurezza idraulica, oltre a vari altri interventi di difesa e adattamento. Lavori che stanno procedendo veloci perché il sindaco Massimo Isola ha voluto forzare i tempi rispetto alle lungaggini della burocrazia nella concessione delle risorse e dei permessi.

«Siamo convinti di avere fatto la scelta giusta», afferma il primo cittadino. «Non è stato facile: Faenza ha attraversato il suo momento storico più duro, che ha messo a rischio la tenuta sociale della città, ma la nostra linea ha rotto un muro. Mentre le famiglie e le imprese attendono ancora i ristori statali per i danni subìti, il Comune ha investito per rafforzare la difesa del territorio». Isola non ha mai nascosto le perplessità per la gestione governativa del post-emergenza: «La struttura commissariale ha pensato solo a riparare i danni, ma è come ricostruire delle case terremotate senza aumentare il livello di resistenza al rischio sismico». Per questo, l’amministrazione ha avviato una serie di progetti per conto proprio: «Siamo riusciti a scardinare il sistema – rivendica Isola – approvando interventi senza avere la garanzia della copertura economica e dei permessi tecnici. Li abbiamo ottenuti in un secondo momento, ma nel frattempo eravamo andati avanti con l’iter. Era l’unico modo per velocizzare i tempi, come ci chiedevano i cittadini».

Argini, idrovore e livellamenti per evitare altre inondazioni
L’intervento comunale più importante riguarda una serie di lavori lungo i fiumi Marzeno e Lamone, per un totale di 7 milioni di euro. Il primo lotto è già concluso e ha riguardato un’opera di difesa in via Cimatti e la costruzione di un controargine sul Lamone. Il secondo e terzo lotto sono in corso, con il posizionamento di nuove idrovore e alcuni livellamenti e scavi per contenere una prossima ipotetica inondazione. Per queste operazioni, il Comune ha acquistato 20 ettari di terreno privato. «Abbiamo avviato i progetti senza avere la certezza dei soldi sui nostri bilanci né del parere dell’Autorità di bacino», spiega Isola. «Ma abbiamo avuto ragione». Sono inoltre in programma i lavori della Regione per costruire alcune casse di espansione.

Ristori aggiuntivi per i cittadini
Palazzo Manfredi ha anche erogato dei sostegni economici aggiuntivi per i cittadini alluvionati, già stanziati al contrario di quelli statali. Secondo quanto riferisce Lucia Marchetti, dirigente del settore Ricostruzione, «le richieste di contributo statale sulla piattaforma Sfinge ammontano a 37,9 milioni di euro per le famiglie e 21,8 milioni di euro per le imprese. Ad oggi sono stati riconosciuti rispettivamente 21,4 milioni (56 percento) e 10,2 milioni (47)». Ma, aggiunge il sindaco Isola, «il 90 percento dei bonifici deve ancora arrivare. Solo un cittadino su 10 ha ricevuto ciò che gli spetta dallo Stato. Per questo il Comune è intervenuto con 1,5 milioni di aiuti aggiuntivi, già versati, per sostenere spese di natura sociale come mutui, asili nido, centri estivi, mense scolastiche, vacanze».

Delocalizzazione volontaria e allagamenti controllati
Un altro grande tema riguarda la delocalizzazione degli edifici situati in zone a rischio che non possono essere protette. La decisione è in mano alla Regione, che deve ancora approvare la norma definitiva, ed è certo che riguarderà anche Faenza. «Ancora non è noto quali aree saranno coinvolte – afferma Isola – ma attendiamo con ansia di saperlo. Per i cittadini non sarà facile da accettare, ma confido nella loro consapevolezza». Precisa Marchetti: «La delocalizzazione sarà su base volontaria: è il cittadino che sceglie». Chi deciderà di farlo, riceverà un sostegno economico. A questo proposito, informa la dirigente, «l’ordinanza è al vaglio della Corte dei conti, che dovrà stabilire un corrispettivo di euro al metro quadrato secondo parametri più congrui rispetto alle condizioni di mercato della nostra regione». Grazie ad alcuni recenti correttivi «è stata inserita la possibilità di utilizzare il contributo non solo per l’acquisto di un’unità immobiliare nuova, ma anche di immobili da ristrutturare, in coerenza con i principi regionali di consumo zero di suolo».
Comune e Regione sono al lavoro anche per individuare le zone da destinare alle tracimazioni controllate: «Si tratta in prevalenza di campi agricoli che i proprietari potranno continuare a coltivare, ma sapendo che potranno essere destinati ad allagamenti gestiti in caso di piene, per evitare che l’acqua vada dove vuole», chiosa Isola. «Ovviamente saranno oggetto di convenzioni con l’ente pubblico e adeguati ristori».

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