È arrivato come da programma attorno a mezzanotte all’aeroporto Malpensa di Milano il 39enne Carlo Alberto Biasioli, operatore culturale ravennate tra i protagonisti della missione umanitaria della Global Sumud Flotilla, fermato dalla marina militare di Israele quando ormai era vicina la meta, ossia la costa palestinese.
Biasioli (al timone della barca “Morgana”) era tra i 26 attivisti italiani liberati da Israele dopo aver firmato il documento di rilascio volontario e saliti a bordo di un charter che li ha portati ieri (4 ottobre) da Tel Aviv a Istanbul, dove sono atterrati tra gli applausi di tanti attivisti turchi. Da Istanbul – come sottolinea la madre – «Turkish Airlines si è gentilmente offerta di mettere a disposizione biglietti per facilitare un rapido rientro». Biasioli, come detto, è quindi atterrato a Milano, dove ha potuto riabbracciare i suoi cari.
Come riferito dai famigliari, gli israeliani non hanno ridato al 39enne vestiti e zaino con gli effetti personali. Secondo quanto riportato dai parlamentari, liberati in anticipo rispetto ai semplici attivisti, sarebbero stati trattati come terroristi, tra perquisizioni, interrogatori e «condizioni disumane».