L’Unione dei Comuni della Romagna Faentina ha elaborato un progetto per contrastare fenomeni di disagio e marginalità sociale attraverso percorsi di inclusione, responsabilizzazione e riqualificazione urbana. L’investimento pubblico è di 160mila euro, di cui 128mila da un contributo della Regione in virtù di un accordo di programma sottoscritto dai due enti.
L’obiettivo è intercettare le situazioni di disagio giovanile prima che evolvano in forme di emarginazione sociale, contrastare la dispersione scolastica e creare nuove opportunità educative nei luoghi più frequentati dalle ragazze e dai ragazzi. Allo stesso tempo, promuovere iniziative di mediazione sociale e culturale nei quartieri più fragili, rafforzando il senso di comunità e la qualità della vita negli spazi pubblici.
Il progetto promosso dall’Unione pone al centro le nuove generazioni, con azioni mirate alla prevenzione delle condotte antisociali, al contrasto della dispersione scolastica e alla costruzione di percorsi educativi e formativi, anche grazie alla collaborazione con scuole, enti del terzo settore e aziende del territorio. Sono previsti laboratori socio-occupazionali e attività di orientamento per favorire la partecipazione e l’inclusione dei ragazzi, oltre al potenziamento della videosorveglianza nei parchi Bucci e della Rocca di Faenza, luoghi sensibili per la socialità giovanile. Come previsto dalla normativa regionale, sarà inoltre avviata – in accordo con la prefettura di Ravenna – la sperimentazione della figura degli street tutor, con compiti di mediazione sociale e supporto alle attività di prevenzione nei pressi di locali pubblici e durante eventi.
«Con questi nuovi accordi di programma – sottolinea il presidente della Regione, con delega alle Politiche per la sicurezza, Michele de Pascale – portiamo avanti il percorso costruito insieme ai Comuni e alle Unioni per promuovere un modello di sicurezza urbana che tenga insieme coesione sociale, prevenzione e qualità della vita delle comunità, mettendo al centro le persone. Una parte importante di questo lavoro riguarda i giovani, la loro crescita e la possibilità, per loro, di trovare nei territori spazi, relazioni e opportunità per esprimersi e partecipare alla vita collettiva. Ma la sicurezza si rafforza anche attraverso la presenza educativa e la mediazione sociale nei quartieri, la cura degli spazi pubblici e l’attenzione verso chi vive situazioni di maggiore fragilità. Il valore di questo percorso sta nel metodo: ascolto dei territori e collaborazione con i Comuni, che conoscono da vicino le esigenze delle proprie comunità e le traducono in progetti concreti. La Regione continuerà ad accompagnarli, mettendo a disposizione risorse e competenze e sostenendo politiche che migliorino la vivibilità dei centri urbani e rafforzino la coesione sociale, con l’obiettivo di rendere le città luoghi sempre più inclusivi e attenti ai bisogni delle persone».
 
			 
                    
                
 
                 
                 
                 
                 
                 
                 
                 
                 
                 
                    
                                     
                    
                                     
                    
                                     
             
             
            


 
                 
                 
                 
                 
                 
                                                
                     
                                                
                     
                                                
                     
                                                
                     
                                                
                     
                                                
                     
                                                
                    