L’annuncio da parte del Comune di voler trasferire, a partire da settembre 2027, la media Damiano nell’edificio che oggi ospita la storica elementare Mordani (nell’omonima via del centro di Ravenna), facendo a cascata traslocare le classi della primaria in un’ala della media Guido Novello, continua a non convincere tutti. In particolare, dopo il nostro editoriale in cui si sottolineava che perlomeno, in questo modo, l’edificio di via Mordani sarebbe rimasto una scuola, alcuni genitori della primaria ci hanno contattato per poter spiegare meglio le loro perplessità.
«A sorprenderci e deluderci è stata innanzitutto la modalità con cui ci è stata comunicata la scelta – raccontano Angela Longo e Debora Ferrari – perché dallo scorso maggio, quando si è saputo che non si sarebbe riuscita a fare la prima per mancanza di iscritti, nonostante i bambini da stradario ci fossero, ci siamo impegnati, insieme alle insegnanti, per capire le criticità del Mordani e rilanciare la scuola nel suo edificio storico in una città che sta cambiando, sostenuti dalla giunta comunale sia in un incontro in Municipio che alla festa di fine anno della scuola. Gli insegnanti hanno organizzato tre open day per l’autunno, uno dei quali si è già svolto. Ora abbiamo in programma i prossimi (22 novembre e 13 dicembre, ndr). Ma cosa potremo dire alle famiglie? La Novello ora non è attrezzata per accogliere due scuole di grado diverso, e una scuola primaria ha necessità differenti come ad esempio la mensa, spazi adeguati all’esterno, ingressi separati. A questo punto il Comune, se veramente interessato alle sorti dell’unica scuola pubblica primaria del centro, avrebbe già dovuto presentare il progetto, ma tutto tace. Nessuna delle parti coinvolte è stata convocata, mentre crediamo che la scuola si faccia insieme e il Comune dovrebbe ascoltare e sostenere le esigenze che da tempo a parole vengono sostenute, e benissimo, in campagna elettorale, ma successivamente disattese nei fatti. Ora il rischio, per noi certezza, è che, con lo spostamento, la scuola, senza un vero progetto, perda ancora più attrattività e nel giro di pochi anni scompaia l’unica elementare pubblica del centro storico. Da questa amministrazione ci aspettavamo altro, in campagna elettorale è stato detto spesso che il centro non deve desertificarsi o rimanere solo uno spazio turistico, per questo crediamo che la battaglia per una scuola pubblica come il Mordani riguardi tutti e non solo noi che ci abbiamo iscritto i figli o vorremmo iscriverli». Un timore comprensibile, soprattutto ora, a poche settimane dall’apertura delle iscrizioni. «Non vogliamo fare una battaglia legata esclusivamente all’edificio, ma chi vorrà iscrivere i figli in una scuola sapendo che dopo un anno saranno trasferiti in un edificio che non sappiamo ancora come sarà adattato e quanto e come dureranno i lavori?».
Vero è che sicuramente tra gli elementi di attrattività del Mordani c’è proprio la bellezza della scuola, la sua identità, il progetto legato a Roberto Bachi, alunno ebreo vittima dell’Olocausto. «Si cancella l’identità storica della scuola Mordani come se non valesse nulla. Io non so se ci fossero o meno delle scelte migliori – dice Chiara Bencivelli -. So di certo che ci si poteva prendere il tempo per valutare tutte le opzioni possibili in condivisione con chi la scuola la vive e la fa!».
In realtà, stando alle dichiarazioni rilasciate dagli amministratori, la scelta sembra ormai irreversibile. Quello su cui invece sicuramente si può cercare di trovare da adesso un vero confronto è come la Novello potrà accogliere al suo interno una primaria, con tutte le esigenze del caso, con un progetto che rilanci il comprensivo del centro e anche come l’attuale Mordani sarà a sua volta in grado di accogliere gli studenti delle medie Damiano senza perdere nulla della sua attuale bellezza.



