Da quarantuno anni, l’Università Giovanna Bosi Maramotti per la formazione permanente degli adulti offre alla città un percorso di Lifelong Learning, con la possibilità per studenti di ogni età di iscriversi a corsi di approfondimento, lezioni di lingua e laboratori. La proposta formativa è marcatamente trasversale: dai corsi di storia (dall’archeologia all’arte contemporanea) fino alle scienze, passando per sociologia, filosofia, musica, cinema e letteratura, ma anche macramè, scrittura creativa e costume ravennate.
La scuola nasce da un’associazione di promozione sociale e affianca al lavoro dei docenti quello dei volontari. Sabato 22 novembre (ore 9) il Teatro Rasi ospiterà la presentazione del nuovo anno scolastico. Interveranno la nuova presidente, Elsa Signorino (già assessora alla cultura del Comune di Ravenna e parlamentare dal 1995 al 2001) e l’ex vicepresidente del Consiglio Walter Veltroni, per una conferenza aperta alla cittadinanza sulla figura di Pier Paolo Pasolini.
Signorino, come nasce questo nuovo incarico?
«Da circa un anno ho deciso di impegnarmi nel volontariato, partecipando all’Aps Università Giovanna Bosi Maramotti per la formazione permanente degli adulti. Al seguito della rinuncia di Guido Ceroni al ruolo, che rimane comunque attivo all’interno dell’associazione, gli organi interni hanno deciso di affidare questo incarico a me. Ho accettato con grande piacere, soprattutto considerando a chi è intitolata l’associazione: Giovanna Bosi Maramotti, grande intellettuale, donna di governo e mia meravigliosa insegnante».
L’apertura dell’anno scolastico è dedicata a Pasolini. Cosa vi ha guidati verso questa scelta?
«Ricorre quest’anno il cinquantesimo anniversario della morte di Pasolini, un efferato omicidio ancora avvolto nell’ombra. In tutta Italia sono in atto celebrazioni e momenti di incontro dedicati a lui. Come ente che investe nella conoscenza continua abbiamo deciso di unirci alle iniziative, riconoscendo il valore di un intellettuale straordinario, custode di un messaggio profetico e ancora in grado di parlare al nostro tempo».
Come mai la scelta di Veltroni come relatore?
«Crediamo sia un autentico privilegio averlo con noi: il suo profilo di romanziere, regista, saggista e uomo di governo, è in grado offrirci una conversazione approfondita e stimolante sulla figura di Pasolini. Inoltre Veltroni ha avuto l’occasione di conoscerlo personalmente in gioventù, rappresentando quindi un testimone d’eccellenza».
Ad eccezione di qualche anteprima in autunno, la maggior parte dei corsi è in partenza a seguito della presentazione. Come funziona l’accesso alle lezioni?
«In quanto associazione di promozione sociale, richiediamo ai nostri studenti il tesseramento annuale, con una quota volutamente contenuta. È possibile iscriversi ai corsi desiderati fino a una settimana prima dell’avvio, versando le relative quote. Per chi frequenta più corsi, è disponibile anche la “carta d’oro”, che consente l’iscrizione a diverse lezioni a fronte di un’unica quota. Quest’anno ne sono già state vendute 28. Per sottolineare il nostro impegno sociale organizziamo invece un ciclo di conferenze gratuite e aperte alla cittadinanza, “I pomeriggi del Gufo”, momenti di scambio e divulgazione».
L’offerta formativa si è ampliata negli anni?
«Cresce ogni anno, in base agli interessi degli iscritti e alla disponibilità dei docenti. Manteniamo alta la qualità, affiancando a intellettuali dal profilo consolidato giovani di talento, laureati e qualificati, che si cimentano nell’esperienza dell’insegnamento. In cattedra si alternano esperti, docenti univer- sitari e figure importanti della vita culturale locale, ognuno con un’offerta originale e approfondita».
A chi si rivolge la vostra offerta di formazione permanente?
«La nostra missione è quella di rispondere al bisogno di conoscenza che accompagna le persone nell’arco di tutta la loro vita. Lo scorso anno abbiamo registrato 566 iscritti, per la maggior parte donne. Questo dato ci rende molto fieri: le iscrizioni femminili dell’anno scolastico 2024-2025 hanno toccato il 68 percento del totale. Un motivo di orgoglio per noi è l’alta scolarizzazione degli associati, per la maggior parte di diplomati e laureati. L’età media si è attestata sui 64 anni. Negli ultimi anni però abbiamo deciso di aprirci maggiormente verso i più giovani, con una serie di agevolazioni, anche e soprattutto per favorire un dialogo intergenerazionale».
Riguardo alla sua storia, è ancora legata alla politica ravennate? Segue il lavoro della nuova giunta?
«La mia vita è stata fortemente legata alle istituzioni, ma ho chiuso quel percorso nel 2021. È stata sicuramente un’esperienza importante, la passione di una vita. Ora però sto recuperando la mia liber- tà personale e professionale dedicandomi al volontariato: questo è il contributo che posso dare oggi alla città. Sono consapevole che il mio passato evochi determinate dinamiche, ma questo contesto è differente: completamente orizzontale e fondato sull’impegno dei volontari. Ho raccolto il testimone di una presidenza gestita finora nel migliore dei modi e desidero rinnovare il mio impegno nella va- lorizzazione di questa realtà, favorendo la collaborazione con tutte le istituzioni culturali cittadine».



