Ieri sera, giovedì 20 novembre, la Ravenna che lotta contro il cancro si è ritrovata a cena al Grand Hotel “Mattei” per il “Charity Dinner” dell’Istituto Oncologico Romagnolo. 114 persone hanno risposto all’appello dello Ior, volto a sostenere e implementare il servizio d’assistenza domiciliare per non far sentire sole e abbandonate quelle persone che affrontano le fasi terminali del percorso di malattia di un proprio affetto.
«I dati in questo senso sono eclatanti, e raccontano come 4 caregiver su 10 sviluppino una malattia cronica che non avevano prima della diagnosi del caro che si trovano a seguire – ha spiegato nel corso della serata Fabrizio Miserocchi, direttore generale Ior – in due casi su tre si tratta di due o più patologie, tra cui disturbi psichiatrici, muscolo-scheletrici, cardiovascolari e gastrointestinali. Questo studio, pubblicato dall’Istituto Superiore della Sanità pochi mesi fa, racconta un’emergenza: dietro i gesti quotidiani d’amore e dedizione che abbiamo nei confronti di un malato cui siamo legati da affetto o parentela si nasconde un prezzo altissimo da pagare, molto spesso a causa del fatto che non abbiamo aiuti che possano sollevarci dal peso emotivo di questa abnegazione. La perdita di autonomia progressiva che colpisce una persona che non riesce a guarire dal cancro porta a doversi fare carico di questioni delicate come dignità e igiene: non tutte le famiglie possono permettersi un supporto professionale in questo senso, e anche per quelle con una situazione economica più stabile trovare la persona giusta non è sempre facile. È a questa situazione di emergenza che vuole porre rimedio lo Ior, grazie alla collaborazione di operatrici socio-sanitarie qualificate e formate a prendersi cura delle persone più in difficoltà direttamente al loro domicilio, in maniera totalmente gratuita».
Grazie alla partecipazione dei singoli e ai contributi convinti di sponsor come Abr Impianti Srl, Rosetti Marino Spa, Vivai Landi, Confesercenti, Cna e Confartigianato il “Charity” è stato in grado di raccogliere quasi 14.000 euro, che saranno utilizzati proprio allo scopo di espandere il servizio sulla provincia bizantina. È stato Mario Pretolani, vicepresidente Ior, a spiegare tramite i dati in suo possesso quanto sia importante e richiesta l’assistenza domiciliare. «Solo nel 2024, e solo per il territorio di Ravenna, Lugo e Faenza, sono state 109 le famiglie che hanno richiesto questa attività: solo due anni prima erano 48. Gli accessi effettuati dalle nostre operatrici socio-sanitarie al letto dei pazienti più in difficoltà della provincia sono stati quasi 1.500: tante, tante ore trascorse a garantire sollievo alle persone nelle fasi terminali della malattia, ma anche e soprattutto a non far sentire soli gli affetti che di solito si sobbarcano il peso di una quotidianità che si fa via via sempre più difficile».



