Quali siano le ricadute del turismo crocieristico sul Ravenna è un tema al centro del dibattito ora che è in costruzione il nuovo terminal a Porto Corsini. Ne abbiamo parlato con Riccardo Ricci Petitoni, referente di Confesercenti Ravenna per il commercio e il centro storico.
È vero che le crociere fanno lavorare di più le attività della città?
«Il beneficio c’è, ma questi sono ancora anni di assestamento. Stiamo aspettando la conclusione dei lavori del nuovo terminal, che ci auguriamo faccia crescere esponenzialmente i flussi. Ma soprattutto sarà importante governare questo incoming, in modo che porti più introiti per i negozi, i locali e il comparto ricettivo».
Adesso non sono abbastanza?
«Ravenna è soprattutto home port, città di arrivo e partenza delle crociere. I passeggeri arrivano una notte prima o ripartono il giorno dopo il viaggio, perciò bisogna fare più sforzi per convincerli a visitare Ravenna. Promuovendo la città e aiutandoli a orientarsi tra i monumenti e le vie dello shopping, in modo che non si concentrino sempre negli stessi pochi luoghi. Come Confesercenti, qualcosa stiamo cercando di fare».
Per esempio?
«Lo scorso ottobre abbiamo organizzato la manifestazione Caplet & Friends, decidendo per la prima volta di farla iniziare di giovedì anziché di venerdì. Di solito i giorni feriali sono più smorti per questo tipo di eventi, perché le persone lavorano. Invece c’è stata una buona presenza perché la mattina dopo partiva una grande nave da crociera (la Celebrity Eclipse da tremila passeggeri, ndr). Probabilmente i passeggeri hanno deciso di arrivare un giorno prima per godersi la manifestazione. Penso che la città debba strutturarsi per offrire più attrattive del genere ai crocieristi, che non sempre arrivano nel fine settimana».
Serve fare sistema?
«Di sicuro va migliorata la sinergia con i gestori del terminal. Il comitato Spasso in Ravenna (formato da Cna, Confartigianato, Confesercenti e Confcommercio, che si occupa di animare e promuovere il centro storico, ndr) ha proposto azioni specifiche per i crocieristi, ma non sono state mai attuate. Bisogna riprendere quelle idee in vista del prossimo anno, quando i flussi dovrebbero aumentare col nuovo terminal, per farci trovare pronti con un’offerta personalizzata».
I benefici arrivano anche dai passeggeri che fanno scalo intermedio a Ravenna?
«I transiti sono molto rapidi e fugaci, le persone hanno poche ore di sosta a disposizione e spesso vanno altrove. Lo decidono all’ultimo, acquistando le gite mentre sono in mare, a seconda dell’impulso del momento o degli intermediari che vendono i pacchetti a bordo. Perciò gli scali sono difficili da controllare e non portano grandi movimenti. La vera differenza può farla l’home port, ma solo se riusciremo a trasformare il soggiorno tecnico dei passeggeri in un’occasione per promuovere la città e convertire questo flusso in un beneficio per le attività commerciali. Bisogna comunicare Ravenna come un luogo in cui vale la pena dormire una o due notti prima o dopo la crociera, per visitarla con tempi più dilatati».
Quali attività lavorano di più col crocierismo?
«I bar e i ristoranti, perché rispondono a un bisogno immediato. Ma anche le attività commerciali hanno un beneficio, soprattutto i negozi d’abbigliamento di livello medio-alto nei giorni di partenza delle crociere di lusso. Queste portano una clientela altospendente che cerca il vero made in Italy nelle boutique di vestiti, ma anche tra gli artigiani del mosaico».



