Biagio Lombardi, cuore giallorosso: «Quando torno a Ravenna mi commuovo sempre»

Nel 1986 una partita da spettatore al Benelli convinse il fantasista di Caserta a rinunciare al trasferimento già deciso a Nocera per scegliere la Romagna: «Poi mi mandarono via senza riconoscenza». Nella memoria dei tifosi giallorossi di allora un suo “eurogol” ai cugini del Forlì l’8 febbraio 1988. Oggi il 60enne fa l’autotrasportare: «Nel calcio moderno per allenare o per giocare devi pagare. Decidono tutto i procuratori»

Biagio LombardiCome un fulmine, il pallone si infila in rete, scagliato dall’altra parte del campo: un “eurogol”, come si diceva negli anni Ottanta. A esultare, quasi increduli, i giocatori del Ravenna. A mettersi le mani nei capelli, quelli del Forlì. Sono passati quasi trent’anni esatti da gol – purtroppo sfuggito agli occhi di macchine fotografiche e telecamere – che al “Morgagni” il 7 febbraio del 1988 fissò sul 2-0 esterno il risultato del derby romagnolo. A realizzare quello che passa nella storia giallorossa come uno dei gol più belli, non poteva essere che Biagio Lombardi, centrocampista dalla tecnica sopraffina che resta nella memoria dei tifosi bizantini tra i più “grandi”.

«Nei giorni precedenti alla partita – ricorda oggi Lombardi – mi dissero che Luzi aveva il vizietto di stare un po’ fuori dai pali. In quel momento vincevamo 1-0, un rinvio mi portò il pallone tra i piedi. Io non ci pensai due volte e tirai con tutta la mia forza. La sfera scavalcò il portiere e centrò proprio il “sette”, rendendo il gol ancora più bello».

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Gioia doppia, anzi tripla, considerato che arrivò nel derby…
«Sì, anche perché era da un sacco di tempo che non vincevamo a Forlì (per la precisione dal 5-2 della Sarom del 24 marzo 1963, ndr), portandoci un’iniezione di fiducia nella lotta per la salvezza. Da lì ripartimmo di slancio, raggiungendo il traguardo senza affanni».

Cosa si ricorda dei suoi cinque anni a Ravenna?
«Tutto, a partire dal mio arrivo. Mi presentai in punta di piedi, a campionato già cominciato, dopo due stagioni alla Salernitana, in C1. Dovevo andare a Nocera, ma mi chiamò il direttore sportivo Nicola Salerno, che mi invitò ad assistere una partita al “Benelli”. L’ambiente mi piacque moltissimo e, anche se la squadra era in difficoltà e inoltre scendevo di categoria, accettai con entusiasmo. Venivo dai campi caldissimi del Sud, ma mi innamorai fin da subito del calore particolare di Ravenna e della sua gente».

Lombardi In Piedi Primo Da Destra

Biagio Lombardi è il primo in piedi da destra

Sofferenze, ma anche tante gioie: si può riassumere così la sua avventura in giallorosso?
«Quel periodo fu caratterizzato dalle difficoltà societarie e dai pochissimi soldi. Nonostante tutto ciò noi siamo sempre riusciti a farci valere sul campo, raggiungendo la salvezza per quattro campionati di fila. Indossare la fascia di capitano è stato un onore per me. Come raggiungere le cento maglie giallorosse, segnare 17 gol da centrocampista o firmare la vittoria in casa della Spal, davanti a 10mila spettatori».

Poi arrivò Corvetta alla presidenza e il nuovo Ravenna ripartì proprio da lei.
«Finalmente si cominciava a pensare in grande. Purtroppo la squadra non iniziò bene la stagione, nonostante gli investimenti importanti. Cambiammo due volte il tecnico, ma ci svegliammo troppo tardi, arrivando a un passo dal secondo posto. Non pensavo però che la mia esperienza finisse lì».

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Cosa successe?
«Accadde che mi costrinsero ad andare via, nonostante avessi un altro anno di contratto. Ci rimasi molto male, dopo tutto quello che avevo dato e quello che avevo fatto per restare a Ravenna».

Per restare a Ravenna ha perso delle occasioni importanti?
«Sì. Ho ricevuto parecchie offerte in quel periodo, anche da categorie superiori, ma le ho rifiutate tutte. Stavo troppo bene a Ravenna: era lì che vedevo il mio futuro anche dopo la mia carriera, ma purtroppo nel calcio non esiste la parola riconoscenza».

Chi è Biagio Lombardi oggi?
«Sono tornato in Abruzzo, dove ho iniziato la mia carriera. Adesso lavoro in una ditta di autotrasporti, ma negli anni passati ho allenato i ragazzi della Giovanile Chieti».

Lombardi Con Di Francesco

A destra Biagio Lombardi, in compagnia di Eusebio Di Francesco, allenatore della Roma

Come mai non ha voluto intraprendere la carriera di allenatore a livelli più alti?
«In realtà ho il patentino fin dal ’94, ma non ho mai accettato compromessi. Nel calcio di oggi per allenare o per giocare devi pagare. Decidono tutto i procuratori, a cui i giovani devono affidarsi fin quando hanno 14-15 anni. I settori giovanili sono stati smantellati, si pensa solo al fisico e non alla tecnica. Da qui nasce la mancata qualificazione dell’Italia al Mondiale».

Biagio, quando la rivedremo a Ravenna?
«Eh, speriamo presto, magari. Qualche mese fa c’era l’opportunità di venire allo stadio per una partita, ma poi non se ne è fatto nulla. Io vengo sempre volentieri, come per la partita del centenario, dove è stato bellissimo giocare con calciatori molto più bravi di me. Quando sono a Ravenna, però, mi commuovo sempre, perché ci ho lasciato un pezzo del mio cuore».

BIOGRAFIA: In carriera 479 partite tra serie B e Dilettanti
Nato a Caserta il 15 ottobre 1958, Biagio Lombardi è cresciuto nel settore giovanile della Gladiator di Santa Maria Capua Vetere, per poi trasferirsi nel ‘77 al Chieti, dove tra “vecchia” C, C1 e C2 disputa quattro campionati. Nell’81 passa al Pescara, facendo l’esordio il 4 ottobre in Serie B, in quella che resterà la sua unica esperienza nel torneo cadetto. Dopo un altro anno in C1 in biancazzurro, cambia casacca ma non categoria, giocando a Cosenza, mentre nelle due stagioni successive diventa il “faro” della Salernitana. Nell’86 c’è il trasferimento al Ravenna: cinque stagioni, tutte in C2, totalizzando 153 “caps” in campionato e 40 reti. Nell’annata 1989-90 fu capocannoniere del girone B con 17 gol. Nel 1991 si accasa al Baracca Lugo in C1 («Ma solo per continuare a vivere a Ravenna», tiene a precisare), per poi tornare nella sua seconda terra, l’Abruzzo: nel ‘92 tra i dilettanti veste prima la maglia del Penne e poi (nella stagione ’94-95) quella del Francavilla a Mare, località nella quale vive attualmente. In totale Lombardi nei vari campionati ha disputato 479 partite, realizzando 83 reti: 20 presenze e un gol in B; 8 e 0 in C; 173 e 13 in C1; 184 e 42 in C2; 94 e 24 in D.

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