La Liverani Castellari è stanca dell’altalena: le biancoblù vogliono restare in B2

La squadra di Lugo è tornata nei campionati nazionali dopo la vittoria in C dove era scesa per scelta dei dirigenti. Il coach: «La rosa è consolidata e ogni partita le promesse del vivaio fanno esperienza»

Castel1È tornata in serie B2 per restarci, la Liverani Castellari. Dopo essersi aggiudicata lo scorso torneo di C, perdendo solo tre gare su 24, la squadra lughese si è rituffata con grande entusiasmo nel girone E dell’ultimo dei campionati nazionali di pallavolo, da cui è stata lontana solo una stagione. Un’assenza, questa, che tra l’altro non fu frutto del campo, sul quale le biancoblù ottennero la salvezza, ma da una scelta dei dirigenti, che decisero di ripartire dalla categoria inferiore un po’ per motivi economici, un po’ per concentrarsi sul settore giovanile.
Sarebbe però stato un peccato non dare seguito alla bella cavalcata dei mesi scorsi, come spiega lo stesso allenatore Biagio Marone, che ha vissuto in prima persona l’andamento “in altalena” degli ultimi tre anni. «È stata una grande soddisfazione vincere il campionato di C – inizia a raccontare – in quanto era un obiettivo che tutto il gruppo voleva raggiungere. Come noi abbiamo appoggiato la decisione dei dirigenti di rinunciare alla B2, loro sono stati ben contenti di rifarla, anche se sarà necessario andare incontro a qualche sacrificio».

Come il tecnico anche la maggior parte delle giocatrici fa da tempo parte del gruppo, formando una sorta di nocciolo duro che dà continuo impulso all’anima storica della Liverani Castellari. Dalla capitana Grasso all’altra centrale Rizzo, dalla palleggiatrice Capriotti all’opposto Piovaccari, passando per le schiacciatrici Corrente e Milesi e per il libero Cavalli, la formazione lughese ha cominciato l’avventura in B2 con tanta voglia di continuare a stupire. «È una rosa consolidata, nella quale sono state inserite il libero Sangiorgi e l’opposto Bina, che in passato hanno entrambe vestito la nostra maglia, e dove in più vengono promosse le giovani del nostro vivaio. La banda Lauciello, già in organico nella passata stagione, ne è un esempio lampante e in ogni partita qualcuna delle nostre baby più promettenti viene convocata per fare esperienza».

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L’allenatore Biagio Marone con Silvia Capriotti

Il salto dal torneo regionale a quello nazionale si è comunque fatto sentire, con la formazione di Marone che ha subito assaggiato il pane duro della B2. «Soprattutto in trasferta è molto complicato fare punti, ma questo vale un po’ per tutti. Nonostante questo ne abbiamo conquistato uno a Imola, contro uno dei team costruiti per puntare alle prime posizioni assieme alla Libertas Forlì, e tre a Ozzano. In casa invece stiamo andando molto bene e il successo sulla Gramsci Reggio Emilia è la dimostrazione che possiamo giocarcela a viso aperto con qualsiasi avversario. Dobbiamo però cercare di limitare il numero di errori, ancora troppo elevato, e per questo motivo ci stiamo allenando con molto impegno in palestra durante la settimana».

Per quanto riguarda gli obiettivi, il 46enne coach bolognese prosegue dicendo che «stiamo lavorando per toglierci delle soddisfazioni e per raggiungere una tranquilla salvezza. La squadra sta pagando ancora il passaggio di categoria e le nostre sconfitte sono figlie di un cambio di mentalità non ancora avvenuto del tutto. Il nostro è un girone molto equilibrato, dove è necessario essere molto attenti, perché in un attimo sali al quinto posto, ma nello stesso tempo puoi anche diventare terzultimo. Ci aspetta una stagione molto difficile, durante la quale la mia speranza più grande è quella che non ci siano infortuni».

Di professione rappresentante di materiale sportivo, Marone in passato ha anche assaggiato la grande pallavolo della Serie A1, facendo parte per due anni e mezzo dello staff tecnico del Volley 2002 Forlì, di cui è stato head coach dal settembre del 2013 al gennaio del 2015. «Io considero questo sport soprattutto un divertimento ed è stato molto bello avere l’opportunità di allenare a livelli così alti. Ho un lavoro che mi piace e per me “sdoppiarmi” nella doppia attività è stata davvero dura. La gioia più grande è stata vivere quella avventura, potermi misurare con i migliori allenatori italiani, ma non penso che questa esperienza si ripeterà».

Marone, in definitiva, ha trovato la sua dimensione proprio a Lugo. «Si tratta di una società solida, dove si lavora bene. Guido solo la prima squadra, ma comunque sono informato su tutto ciò che riguarda le giovanili. Nel nostro vivaio ci sono circa duecento ragazze del territorio e l’obiettivo principale – termina l’allenatore – è quello un giorno di avere un organico che comprenda tutte giocatrici cresciute da noi».

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