domenica
14 Dicembre 2025
calcio

Donati spinge il Ravenna verso la B: «Dobbiamo essere un treno che travolge tutto»

Il difensore 36enne è stato nell’Inter del triplete e vanta 16 gettoni e un gol in Champions League con il Leverkusen. «Per dare l’esempio ai più giovani cerco di fare come Materazzi e Zanetti: non mollare nemmeno un centimetro»

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Un punto fermo della formazione titolare del Ravenna capolista in serie C è un 36enne che ha fatto l’esordio in categoria quest’anno. Ma nella carriera di Giulio Donati ci sono 114 gettoni in B, 46 in A (con 2 gol), 124 in Bundesliga e 16 in Champions League (un gol). Il difensore toscano è arrivato in giallorosso in estate, dopo un anno da svincolato al seguito della scadenza del contratto con il Monza in A.

Nelle prime due giornate Donati è entrato solo a partita in corso perché doveva ancora raggiungere la condizione fisica sufficiente, poi sempre nell’undici di partenza scelto dall’allenatore Marco Marchionni (tranne a Pineto perché squalificato). Per questo il difensore è da considerare a tutti gli effetti un protagonista dei 41 punti in 17 gare che valgono il primato nel girone B. Ma anche per l’atteggiamento che lo ha reso da subito uno dei giocatori preferiti dalla tifoseria.

Donati, 15 anni fa era un giovane della Primavera dell’Inter aggregato alla prima squadra del Triplete, nel 2013 ha esordito in Champions al’Old Trafford con la maglia del Leverkusen. Dove trova la voglia di dare tutto anche in un Ravenna-Pontedera di serie C a due mesi dal 36esimo compleanno?
«Posso spiegarlo con due parole. Una è disciplina, quella che vedevo in Del Piero che era il mio idolo da bambino e quella che ho visto in campioni dell’Inter come Zanetti e Materazzi quando mi allenavo con loro. La seconda è passione: ho piacere di giocare e lavoro per raggiungere l’obiettivo della squadra in cui sono. Ho sofferto tanto a stare fermo l’anno scorso e la proposta del Ravenna mi è piaciuta».

A proposito, che partita è stata con il Pontedera? All’inizio del recupero stava 0-1 per gli ospiti ed è finita 2-1.
«Una partita pesantissima, con il risultato deciso a nostro favore ancora una volta nei momenti finali. È la dimostrazione che la squadra ci crede e poi ci crede ancora di più dopo queste partite. Bisogna fare anche i complimenti allo staff che ci mette in condizione di avere energie  no alla fine».

Dal campo è uscito arrabbiato all’85’, con chi ce l’aveva?
«Ero molto arrabbiato con l’arbitro. Non è questione di errori, perché quelli li facciamo tutti e fanno parte del gioco. Ma non accetto che non venga applicato correttamente il regolamento. Con una richiesta all’Fvs sono stati cancellati due eventi (un rigore per il Ravenna e un’espulsione ai danni di un giocatore del Pontedera, ndr), questo non è possibile».

Quindi non ce l’aveva con il mister per la sostituzione?
«Ma figuriamoci. Diverse volte i cambi sono stati protagonisti delle giocate che hanno deciso le partite, il mister è bravo a leggere la gara. Siamo un gruppo di 25 titolari e a volte c’è qualcuno che ha proprio piacere di entrare dopo perché sa che può spaccare la partita».

Che livello ha trovato in C?
«Le partite sono equilibrate, non ci sono goleade, anche con le squadre più in basso in classifica bisogna essere attenti per non sbagliare. Ci sono stadi e tifoserie di alto livello, a partire dalla nostra: non sembra di giocare in C».

Tra le squadre affrontate finora c’è un singolo che l’ha colpita più di altri?
«Tavernelli dell’Arezzo e gliel’ho detto anche di persona quando ci siamo affrontati. In certe categorie capita di trovare quello che si crede un fenomeno senza aver dimostrato ancora nulla, invece lui mi è sembrato davvero un giocatore concentrato e capace».

Come si sta in vetta alla classifica?
«Non ci nascondiamo, ma non stiamo tanto a guardare la classifica. Siamo una squadra nuova che sta riuscendo a realizzare il percorso impostato a luglio. Se ci alleniamo e giochiamo come sappiamo, possiamo vincerle tutte. Questo è quello che abbiamo in testa».

L’unica promozione vissuta in carriera, finora, è stata dalla B alla A con il Monza nel 2022. Vede qualche analogia?
«A Monza siamo saliti in A al secondo anno di B, quindi un gruppo più coeso. A Ravenna il gruppo è più nuovo, ma rivedo coesione e serenità».

Vittorie e primo posto facilitano questo clima?
«Sicuramente. Faccio l’esempio di un mio vecchio allenatore: dobbiamo essere un treno che prende velocità e a quel punto un ramo o un ostacolo sul percorso lo porta via senza accorgersene. Stiamo prendendo questa velocità».

Spesso il mister Marchionni ha sottolineato il ruolo dei più esperti, come lei e Okaka, nello spogliatoio. Ci fa un esempio?
«Posso dire quello che ho visto io quando ero giovane. Nell’Inter del triplete vedevo campioni straordinari che non mollavano un centimetro in allenamento. Io ero giovane e mi veniva spontaneo pensare che dovevo fare altrettanto perché lo facevano loro. Questo credo sia l’esempio più efficace».

Come sta andando l’ambientamento in città?
«Bene, Ravenna è molto carina, ho trovato una bella casa e mi piace ogni tanto fare un giro in centro, anche per mangiare fuori, visto che ho la passione per la cucina. E poi ci sono molte cose da fare, per esempio è stato molto bello andare con la società al museo d’arte».

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