A palazzo S. Giacomo, Marescotti coi sonetti in dialetto e le orchestre di Moreno il Biondo ed eXtraliscio di Mirco Mariani con cui ballare
L’occasione nasce come omaggio ad Olindo Guerrini, nel centenario della scomparsa (1845 – 1916). Al poeta di Sant’Alberto, erudito, critico letterario, polemista, dal forte carattere, irriverente e anticlericale va un tributo in parole e musica come non si è mai visto. E seguendo l’autore, pronto a nascondersi, divertito, dietro a numerosi pseudonimi, il più celebre fra questi Lorenzo Stecchetti, usato per calibrare toni e misure della propria scrittura in prosa e versi, così la “Lunga notte romagnola“ offre al pubblico un doppio registro.
Nella seconda parte della serata sarà la musica a dominare il palco e con la stessa vitalità delle parole del poeta condurrà il pubblico nel regno dell’orchestra futurista eXtraliscio, fatto di polke romagnole e sonorità sperimentali, giocate per fondere e tradire il repertorio “classico” per dare forma a un punk da balera. In scena Moreno il Biondo con l’Orchestra Grande Evento e Mirco Mariani e l’orchestra eXtraliscio.
A Ivano Marescotti il compito di raccontare l’idea della “Lunga notte romagnola“ e la fascinazione per Olindo Guerrini.
Nel centenario della scomparsa di Olindo Guerrini molti sono gli omaggi programmati, come è nata l’idea di una lettura dei Sonetti romagnoli per di più in un ambiente nobile e allo stesso tempo campestre come palazzo San Giacomo di Russi?
«La proposta mi è stata offerta dal direttore del Ravenna Festival e io ne sono stato ben felice».
Come si avvicina l’opera di un poeta e di un intellettuale atipico come Guerrini?
«Ho accettato volentieri proprio perché nella mia attività professionale non avevo mai affrontato col dovuto impegno Stecchetti. Mi sono sempre riservato di farlo un giorno e la proposta del Ravenna Festival me ne dà una magnifica occasione».
Marescotti è stato il primo a portare in scena con successo testi poetici e teatrali in dialetto romagnolo, a partire da Raffaello Baldini, si aspettava tanto consenso da parte del pubblico e immaginava che potesse diventare una modalità utilizzata nel tempo anche da altri lettori e attori?
«All’inizio, e parlo della fine degli anni 80, leggevo per divertimento le poesie in dialetto agli amici, poi il pubblico si è allargato in modo incredibile finché non mi sono reso conto di un vuoto che c’era e delle aspettative della gente rispetto a poeti considerati tra i più grandi del secolo scorso. Ho dedicato gran parte della mia attività alla diffusione delle poesie dei grandi poeti romagnoli in dialetto da Tonino Guerra fino a Baldini sull’onda di un grande interprete romagnolo: Giuseppe Maestri, insuperabile lettore soprattutto di Stecchetti. Per soggezione verso di lui, forse, non avevo ancora affrontato Stecchetti».
Lo spettacolo La lunga notte romagnola prevede anche l’incontro tutto particolare con Moreno Il Biondo, Mirko Mariani e Mauro Ferrara, anime delle orchestre Grande Evento ed “eXtralisco”, unite per l’occasione. State pensando a una divertente commistione fra le liriche di Stecchetti e le sonorità sperimentali di questo nuovo genere gioioso e scanzonato, definito dagli stessi autori “punk da balera”?
«Non li conosco, purtroppo, e io non avrò bisogno di musica durante il reading…»