È partito ufficialmente il conto alla rovescia per la chiusura dell’anno del Palio del Niballo che per la comunità faentina si identifica storicamente con la serata del 5 gennaio e la tradizionale Nott de Bisò. Oggetto emblematico che unisce i due tratti caratteristici di Faenza è il gotto, la ciotola in ceramica faentina destinata storicamente al bisò (il vin brulè). La vendita dei singoli gotti e della brocca avrà luogo come da consuetudine il 5 gennaio in Piazza del Popolo negli stand rionali presenti in Piazza del Popolo, mentre i servizi completi composti da brocca e sei gotti (con gli stemmi dei cinque Rioni) sono invece acquistabili nelle sedi rionali a partire dall’8 dicembre.
Per l’acquisto in prevendita si possono contatttare le cinque sedi rionali ai seguenti numeri: Borgo Durbecco: 392 3720116; Rione Giallo: 327 3621866 (whatsapp); Rione Nero: 334 7048247 (whatsapp) – 0546 681385; Rione Rosso: 347 9743667; Rione Verde: 335 7000994 – 0546 681281.
Il decoro del gotto cambia ogni anno e viene scelto dal Comitato per il Niballo con la collaborazione della ceramista Vittoria Monti e del Museo Internazionale delle Ceramiche. Quest’anno il decoro scelto è “l’Astrolabio o sfera armillare per studiare gli astri”. L’ampio repertorio decorativo del pavimento in maiolica della cappella Vaselli, nella basilica di San Petronio a Bologna, rappresenta una delle più ricche e affascinanti “enciclopedie” figurative del Rinascimento. Realizzato intorno al 1487 e attribuito al ceramista faentino Pietro Andrea, il pavimento raccoglie i motivi più consueti dell’epoca: temi amatori (cuori trafitti, strette di mano), creature fantastiche, simboli religiosi e segni zodiacali, fino ai celebri ornati “a occhio di penna di pavone” e gotico-floreali. Accanto a queste decorazioni compaiono elementi più insoliti, probabilmente scelti per riflettere gli interessi filosofici, musicali e scientifici di un committente pienamente inserito nella vivace cultura del tempo. Tra essi spicca la sfera armillare, antico modello astronomico formato da anelli concentrici che rappresentano i principali cerchi della volta celeste. Lo strumento scientifico è incorniciato dal motivo della “palmetta persiana”, diffuso nella seconda metà del Quattrocento e ispirato ai tessuti orientali, qui presentato nella forma di una rosetta a sei petali arrotondati.



