L’alta valle dell’Acerreta e i suoi transiti illustri

Siamo nell’alta valle dell’Acerreta, un bel torrente che scende dai contrafforti del Monte Bruno (1089 m. di altezza). Il ruscello corre verso valle, incidendo con un solco diritto i dolci declivi quasi inchinati ai piedi della Badia della Valle che Pietro Damiano consacrò a San Giovanni Battista nel 1053.
Saranno state le acque, trasparenti e pure, ad ispirare il Santo, fondatore dell’Ordine dei Monaci Camaldolesi?
Dalla Badia di Acerreta della Valle, dipendeva l’Eremo di Gamogna, dedicato a San Barnaba che  prosperò per oltre cinque secoli come romitorio dei monaci Camaldolesi.
Nel XIII secolo,  dove il Rio Corniola “precipita” nel ruscello, si è formato un Borgo, stazione di posta dove riposavano viandanti e cavalli nei percorsi appenninici fra Firenze e le Romagne. Il Borgo addossato al torrente ne sfruttò le acque per macinare orzo e granaglie strappate alle dure terre di una campagna protetta da creste collinari che formano ampi terrazzamenti.
Le case assumono nomi ed identità toponomastiche come lo stesso Borgo Corniola e Rio Faggeta.
Lutirano è il centro principale che permette di raggiungere la valle del Tramazzo, valicando il passo della Collina che fa da confine fra Toscana e Romagna: nel folto di una bella abetaia si arriva a 600 metri di quota per scendere verso Tredozio, il cui territorio fa parte delle foreste Casentinesi. Le case di Lutirano si affacciano alla strada e al torrente e la sua piazza, un prato erboso, è sovrastata dal ponte che unisce le due sponde. La località è collegata a Marradi da un servizio di autobus che serve anche a trasportare gruppi di persone all’importante centro di meditazione buddista di Vipassana.

Questi luoghi conservano ancora  il fascino derivante dalle solitarie ispirazioni dei monaci Camaldolesi, che ne hanno mantenuto intatta la memoria. La morfologia e la stessa collocazione geografica hanno favorito, fin dai tempi di Dante, il passaggio di viandanti e mercanti dal Casentino e dal Mugello alla Romagna e viceversa. Per i ricordi e le citazioni nella sua Commedia, Dante Alighieri transitò lungo il torrente Acerreta, forse provenendo dalla cascata dell’Acquacheta che descrive mirabilmente:

Come quel fiume c’ha proprio cammino
prima dal Monte Viso ‘nver’ levante,
da la sinistra costa d’Apennino,
che si chiama Acquacheta suso, avante
che si divalli giù nel basso letto,
e a Forlì di quel nome è vacante,
rimbomba là sovra San Benedetto
de l’Alpe per cadere ad una scesa
ove dovea per mille esser recetto;
così, giù d’una ripa discoscesa,
trovammo risonar quell’acqua tinta,
sì che ‘n poc’ora avria l’orecchia offesa
Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno, Canto XVI, Versi 94-102

Sul fianco della Badia di San Giovanni Battista è collocato un orologio solare che porta un’altra straordinaria terzina di Dante (Paradiso, X-28):

Lo ministro maggior de la natura,
che del valor del ciel lo mondo imprenta
e col suo lume il tempo ne misura.

L’orologio solare sul fianco di un edificio di Badia di Valle

Secoli dopo un altro illustre viandante passò da Badia di Valle: era una notte d’agosto 1849 e il generale Giuseppe Garibaldi accompagnato dal suo luogotenente, venne protetto e guidato dal sacerdote di Modigliana don Giovanni Verità. La via della fuga verso il Granducato di Toscana passò fra  queste colline.
Transiti illustri che sembrano far parte dello stesso paesaggio,  perché anche la geografia conserva la memoria della storia.
Agli abitanti e ai visitatori il compito di mantenerla viva.

 

Tutte le foto sono di Pietro Barberini

AGENZIA MARIS BILLB CP 01 01 – 31 12 24
AGENZIA CASA DEI SOGNI BILLB 01 01 – 31 12 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24