110 – Profeti in refettorio

Portale Refettorio Biblioteca ClassenseMerita attenzione il portale ligneo della sala dantesca della Biblioteca Classense, già refettorio del monastero camaldolese, opera della fine del XVI secolo di Giovanni Vincenzo e Mario Peruzzi.
Su di esso sono incastonate due formelle, ambientate entrambe in un’angusta grotta, incentrate sul racconto biblico di Daniele gettato nella fossa dei leoni e del suo straordinario incontro con il profeta Abacuc.
Quest’ultimo, protagonista della formella sinistra, è raffigurato con una folta e lunga barba mentre regge nella mano destra un canestro finemente intrecciato nel quale è il cibo che aveva preparato per i mietitori e che ora, per ordine divino, porta a Daniele. L’angelo di Dio, secondo quanto narrato nel testo veterotestamentario, lo afferra per i capelli e lo conduce nella fossa di morte alla quale era stato condannato Daniele.
Nella formella destra il giovane profeta compare in una posa inconsueta se paragonata alla tradizionale iconografia paleocristiana nella quale è costantemente rappresentato come orante, in piedi, con le braccia alzate e le palme delle mani rivolte al cielo, in un atteggiamento di totale fiducia in Dio. Qui egli è raffigurato seduto su una roccia, un panno gli cinge i fianchi e lo sguardo, al pari della mano destra, è rivolto verso l’alto, idealmente teso verso Abacuc venuto a recargli il conforto divino. Sopra di lui, insinuato tra le rocce, compare un piccolo serpente, probabile allusione a quel drago venerato dai Babilonesi che egli aveva ucciso.

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