A qualcuno interessa davvero sapere se il mare è pulito?

È successo che nelle periodiche analisi affidate dalla Regione Emilia-Romagna a Arpae sulla qualità dell’acqua dell’Adriatico siano emersi dei valori oltre i limiti consentiti per due parametri (escherichia coli e enterococchi intestinali) in 28 dei 98 punti di prelievo per i campioni raccolti il 26 luglio (Goro, Cervia e il resto in provincia di Rimini). E così il 28 luglio i media di mezzo mondo raccontavano dell’ordinanza di divieto di balneazione per batteri fecali in acqua (è stato il nome di Rimini a portare la notizia alla ribalta, Cervia l’avrebbe scampata in semi anonimato). Gli operatori turistici sembravano più preoccupati per le disdette alle prenotazioni piuttosto che per i rischi per la salute (il Comune di Cervia ha informato del divieto solamente nella tarda mattinata del 28).

Pexels Vjapratama 2526398Ma è successo anche che lo stesso 26 luglio il Comune di Rimini avesse fatto fare analisi a un laboratorio privato – dimostrando di fidarsi ciecamente dell’agenzia regionale – e in quel caso i risultati fossero entro i limiti di legge. Cortocircuito. La Regione è corsa a convocare una conferenza stampa per il 29 luglio per dire che Arpae aveva fatto dei controlli aggiuntivi il giorno 28 e quelli avevano dato esito negativo. Evviva, tutti a mollo (e stavolta Cervia non ha aspettato il giorno dopo per comunicarlo).

L’assessora regionale all’Ambiente ha spiegato i dati del 26 luglio: temperature elevate, scarsa ventilazione, siccità, un apporto idrico dei fiumi al mare ridotto. Cioè le stesse condizioni del 28 luglio. Però il 28 era tutto ok. L’assessora: «Si è trattato di un evento straordinario che difficilmente potrà ripetersi».

Di sicuro non prima del 22 agosto. Per quella data sono in programma le prossime analisi. A quel punto Ferragosto ce lo saremo levato di torno e chissene dell’acqua. Possiamo aspettarci che il Comune di Rimini – ma potrebbe valere per quello di Cervia o quello di Ravenna – faccia analisi aggiuntive con laboratori privati per dimostrare la trasparenza delle acque e dell’iniziativa?

Se l’intento è davvero la salute pubblica, che senso ha fare le analisi una volta al mese? Sempre meglio che non farle come succede in altre regioni, dirà qualcuno. Vero. Ma se le fai solo per appuntarti la medaglietta da primo della classe e quando le becchi negative cerchi di pescare il tampone negativo prima possibile anziché domandarti quale sia la causa, allora non è meglio fregarsene e fare finta che vada tutto bene? Occhio non vede…

Anzi, per le analisi affidiamoci alla competenza delle papille gustative di qualche bagnino. Un riminese ha inscenato la bevuta di acqua di mare sulla riva (non più di un sorsino, ammesso che l’abbia ingerita perché dal video pare di più quella che cade lungo il gozzo). Stessa credibilità della “regola dei 5 secondi” per il cibo caduto a terra. Qualche ravennate è pronto ad alzare il calice?

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