Dal minimalismo di Drake alla scena neozelandese: tre dischi da recuperare – di di Godblesscomputers

di Lorenzo “Godblesscomputers” Nada *

GodblesscomputersScrivere di musica è come ballare di architettura diceva qualcuno. Mettiamola così: esistono due livelli di lettura e comprensione della musica. Uno è quello emotivo, che riguarda appunto le emozioni che ognuno prova ad ascoltare certi dischi e certe canzoni. Si tratta di una dimensione individuale e intima, una dimensione soggettiva che, in quanto tale, non riesce ad essere trasposta adeguatamente in scrittura. E questo per una ragione molto semplice: ossia che la percezione della musica da parte di ognuno di noi è frutto della nostra sensibilità, una sensibilità che abbiamo coltivato ed educato nel tempo, frutto di attitudini individuali che si mischiano con visioni, letture e ascolti, ma anche con storie di vita vissuta. E questa miscela è unica, perchè ognuno di noi è diverso. Quando un giornalista musicale scrive che un disco suscita determinate emozioni è giusto tenere a mente che le sensazioni di cui sta parlando sono le sue e non è detto che proviamo le stesse cose. Se invece scrive che un disco ricorda altri ascolti o artisti di riferimento, entriamo nel secondo livello di lettura, una lettura oggettiva che oggi più che mai serve a orientare l’ascoltatore nella grande moltitudine di uscite discografiche.
Con questa premessa non voglio certo dire che il primo livello di lettura sia sbagliato o non debba esistere. È interessante leggere gli spunti di carattere emozionale dell’autore, anche se l’attenzione si sposta su chi scrive e non sul disco di cui si sta parlando.
Mi è stato chiesto di parlare di alcuni album che mi sono piaciuti e che mi sento di consigliare e in un certo senso mi trovo un po’ in difficoltà a farlo. Non vorrei far passare l’idea che quelle che scriverò di seguito siano vere e proprie recensioni. Si tratta semplicemente di dischi che mi hanno colpito per varie ragioni legate al primo livello di comprensione a cui sopra facevo riferimento.
Ma veniamo finalmente ai dischi. Siccome sono un grande appassionato di musica e ci sono dischi che sono dei manifesti della mia vita, in questa disamina rischierei di perdermi tra la miriade di album a cui sono affezionato, perciò ho deciso di restringere il campo e di parlare di una manciata di dischi usciti recentemente che per qualche ragione mi hanno colpito molto.
Drake – If you’re reading this it’s too latePer chi non lo conoscesse Drake è un rapper canadese, molto noto negli Stati Uniti. Personalmente ho snobbato i suoi dischi fino ad un paio d’anni fa quando a casa di un amico ascoltai per caso il suo precedente lavoro intitolato Nothing was the same. Alcuni brani mi colpirono molto, così il giorno seguente me lo riascoltai con calma nella solitudine della mia cameretta. Da allora non ho mai smesso di ascoltarlo. Il suo ultimo album, uscito qualche settimana fa, si intitola If you’re reading this it’s too late e non ha affatto deluso le mie aspettative. Si tratta di minimalismo sonoro in chiave hip hop. Strumentali scarne, con melodie accennate e batterie potentissime che fanno tremare le vetrate. Il rap di Drake è profondo, cadenzato e molto musicale. Alterna liriche crude a melodie vocali talvolta impastate con l’autotune. C’è una strana malinconia di fondo nelle atmosfere del disco, e credo che in fondo sia proprio questo a farmelo piacere.
Brani consigliati: Know Yourself, Preach, Wednesday Night Interlude
Electric Wire Hustle – Love can prevail È da qualche anno ormai che sostengo che in Nuova Zelanda ci sia una delle migliori scene musicali. Qui ci sono straordinari esempi di artisti che mischiano soul, dub, reggae ed elettronica in miscele uniche e sorprendenti. Ho scoperto la Nuova Zelanda nelle mappe musicali grazie ai Fat Freddy’s Drop, uno dei miei gruppi preferiti, per i quali ho avuto l’onore di aprire il concerto nel 2013 all’Estragon di Bologna. È grazie a loro che ho conosciuto gruppi fantastici provenienti dalla stessa isola. Uno di questi, appunto, sono gli Electric Wire Hustle. In questo loro secondo e ultimo lavoro mischiano tribalismo, elettronica e soul. La voce di Mara Tk (questo il nome del cantante del gruppo) è un soul struggente e malinconico che nuota tra armonie elettroniche e beats sincopati. Tutto quello che cercavo negli ultimi mesi è condensato in questo disco. Miglior album del 2014.
Brani consigliati: If these are the last days / Bottom Line / By & Bye
Romare – Projection L’ultimo disco di cui vorrei parlare è Projection del producer inglese Romare uscito pochi giorni fa sulla label inglese Ninja Tune. Di Romare mi ha sempre colpito l’utilizzo sapiente dei campionamenti provenienti da posti lontani come l’Africa, l’Asia e il Sud America. La sua elettronica è ruvida e pulsante e in questo disco conferma il suo grande talento di compositore. Per chi compone musica al computer è sempre molto difficile distanziarsi dal suono delle macchine, dai preset computerizzati e digitali, per questo ammiro molto chi ricerca i suoni caldi e organici. La sua musica elettronica fa riferimento al blues, alla sua forza emotiva e trascinante mischiata con ritmiche e groove che fanno esplodere il dancefloor. Non mancherò di suonare questo disco nei miei prossimi dj set.
Brani consigliati: Work Song / Lover Man / Prison Blueso.

*  Lorenzo Nadalin, per tutti Nada, con il suo progetto Godblesscomputers è considerato dalla critica come uno dei più grandi talenti della musica elettronica italiana. Nato 30 anni fa a Faenza e cresciuto a Lugo, dopo alcuni anni a Berlino ora vive e lavora (producendo anche la musica di altri artisti) a Bologna

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