«Non si può chiudere la polizia postale ora che c’è una legge sul cyberbullismo»

Il sindacato provinciale Sap lancia l’allarme per il futuro del distaccamento ravennate: a rischio proprio le indagini sui temi di più scottante attualità

La segreteria provinciale di Ravenna del Sap (sindacato autonomo di polizia) esprime forti preoccupazioni per il progetto di chiusura della polizia postale che da tempo, in questo territorio, impiega un numero ridotto di agenti «con ricadute sulla rapidità della risposta nelle attività di specifica competenza». Il sindacato fa riferimento in particolare alla recente approvazione alla Camera della legge che introduce disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del cyberbullismo. A tal proposito è significativo un frammento del parere espresso dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, sull’approvazione definitiva della legge: «C’è un lavoro da fare, sia dal punto di vista della polizia postale, sia nelle scuole e sia nel rapporto relazionale con i ragazzi».

La proposta di legge detta disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo, introducendo una serie di misure di carattere educativo e formativo, finalizzate in particolare a favorire una maggior consapevolezza tra i giovani del disvalore di comportamenti persecutori che possono portare a conseguenze anche molto gravi su vittime in situazione di particolare fragilità. Entra per la prima volta nell’ordinamento una puntuale definizione legislativa di cyberbullismo, viene istituito un tavolo tecnico per la prevenzione e il contrasto del fenomeno ed è stata prevista l’adozione di apposite linee di orientamento per la prevenzione e il contrasto degli eventi nelle scuole.

In ogni istituto scolastico dovrà essere designato un docente con funzioni di referente per le iniziative contro il cyberbullismo, il quale collaborerà con le forze di polizia, le associazioni e con i centri di aggregazione giovanile presenti sul territorio in caso di necessità. Il questore può ammonire l’autore con un provvedimento analogo a quello adottato per lo stalking.

Il Sap «vuole informare l’opinione pubblica di quanto sta accadendo, rivolgendo a tutte le autorità coinvolte un invito ad opporsi a tale decisione che, oltre ad essere dannosa per la sicurezza, non consentirà alcun risparmio, in particolare a Ravenna. La chiusura delle sezioni della polizia postale rappresenta, tra l’altro, anche un preoccupante arretramento dello Stato. Una tale soluzione, un mero taglio alla sicurezza, rischia di allungare i tempi di risposta della polizia di Stato nel fronteggiare adeguatamente le esigenze delle comunità locali in tema di frodi, accessi abusivi a sistemi informatici, molestie, cyberbullismo, pedopornografia, terrorismo, spaccio di sostanze illecite ecc., fenomeni  di stretta attualità di cronaca anche a Ravenna».

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