Mentre scrivo non so ancora chi vincerà il premio Nobel per la letteratura, che sarà assegnato in questi giorni. Vorrei però portare l’attenzione, anziché sul vincitore, sui papabili. Gli inglesi, che hanno il brutto problema di scommettere su tutto, stilano ogni anno una classifica degli scrittori più importanti viventi, che potrebbero vincere prima o poi il premio Nobel. Ne esce un elenco molto interessante che vorrei porre alla vostra attenzione.
Il più quotato è Gerald Murnane autore australiano, il suo romanzo più noto è “Le pianure”, storia di un regista cinematografico che vuole raccontare questa misteriosa terra in un film epico, ma molto complicato da realizzare. Al secondo posto László Krasznahorkai, ungherese, il suo libro più famoso è “Satantango” (Bompiani), ambientato dopo la caduta del comunismo in quel che resta di una comunità di individui abbrutiti che vivono una vita senza speranza in una cooperativa agricola ormai in sfacelo, Béla Tarr ci ha tratto un film cult nel 1994. Poi c’è la messicana Cristina Rivera Garza il suo romanzo più noto è “L’invincibile estate di Liliana” (Sur), storia vera del brutale femminicidio della sorella dell’autrice.
Al quarto posto il più famoso degli autori quotati, il giapponese Haruki Murakami, che con la sua poetica ha inventato un genere letterario onirico che unisce oriente e occidente. Poi c’è la cinese Can Xue, i suoi romanzi surreali e inquieti ambientati nella Cina rurale sono tradotti dall’editore Utopia. Ci sono anche alcuni autori molto apprezzati dalla critica italiana, seppure poco letti, come Mircea Cărtărescu, il cui ultimo libro “Solenoide” (il Saggiatore) è diventato un piccolo cult per gli amanti dei romanzi lunghissimi e intricati, la canadese Anne Carson, che mescola saggio e narrativa, e il francese Michel Houellebecq, forse il più talentuoso scrittore europeo, macchiato però dalla fama di avere idee politiche controverse ed essere misogino (cosa per cui già si giocò il Nobel a Philip Roth). Molto alto in quotazione anche il kenyano Ngũgĩ wa Thiong’o, autore tra gli altri del bellissimo e lunghissimo “Il mago dei corvi” (La Nave di Teseo). Chiude la top 10 l’americano Thomas Pynchon, autore cardine del postmodernismo americano, in questi giorni è in cima al boxoffice (e farà incetta di Oscar) “Una battaglia dopo l’altra” di Paul Thomas Anderson, tratto dal suo romanzo “Vineland” (Einaudi) del 1990.
Da questo elenco emerge che molti degli autori considerati i più importanti al mondo, in Italia vendono poche copie e sono spesso pubblicati da piccoli editori. La buona notizia è che c’è ancora molto da scoprire. Voi quanti ne avete già letti?