Mentre la scena politica precipita in un clima di guerra, si è tornato a parlare molto dell’Iran, uno dei paesi più affascinanti che io abbia mai visitato, con una storia millenaria, passato negli anni ’70 improvvisamente da paese più progressista del medio oriente a una dittatura teocratica. Luogo ricco di contraddizioni, che può essere capito attraverso la lettura di alcuni romanzi, che ben lo raccontano. Ecco l’Iran in tre romanzi, più un reportage.
Il primo è La gabbia d’oro di Shirin Ebadi, autrice e attivista politica, condannata dal regime, che ha vinto il Premio Nobel per la Pace. La gabbia d’oro è la storia di un incubo. Due famiglie cresciute insieme, legate profondamente, si trovano travolte da qualcosa più grande di loro: la rivoluzione iraniana. Era il 1979 quando la monarchia cadde, e al suo posto nacque la Repubblica Islamica. Da quel momento, la legge non fu più degli uomini, ma del Corano. I protagonisti sono tre fratelli. Ma la rivoluzione li cambia profondamente e si ritrovano divisi.
Il secondo è La casa della moschea di Kader Abdolah, anche questa la storia di una famiglia che per anni ha avuto voce e potere sotto lo Scià, che perderà tutto dopo la rivoluzione. Il romanzo inizia negli anni ’60 e finisce con una guerra logorante, quella contro l’Iraq, che lascia il paese stanco e mutato. Nel mezzo, c’è lo scià che cade, c’è Khomeini che torna, ci sono le piazze, le fughe, le morti taciute e i lunghi silenzi. La famiglia attraversa tutto questo – un padre che crede ancora nell’ordine antico, figli che scelgono strade diverse, qualcuno resta, qualcuno parte, qualcuno sparisce. E ognuno, a modo suo, riflette il paese: grande, lacerato, sempre sul filo.
Il terzo è una graphic novel, Persepolis, scritta e disegnata da Marjane Satrapi, storia di una ragazza che cresce sotto il regime, con i sogni proibiti di ascoltare musica rock e avere un futuro da donna libera, e fugge in Europa, dove troverà però una realtà dura e poco aperta al diverso.
L’ultimo, come si diceva, è un reportage, scritto da Cecilia Sala, che si intitola L’incendio, in cui racconta la realtà attraverso le voci dei giovani dell’Iran, dell’Ucraina e dell’Afghanistan, mostrandoci il mondo e le guerre dal loro punto di vista.
PS: una curiosità, tutte le autrici (e l’autore) citati sono passati da Ravenna. Shirin Ebadi e Cecilia Sala a ScrittuRa Festival nel 2016 e nel 2023, Kader Abdolah al Festival delle Culture l’anno scorso, e Marjane Satrapi per una mostra di Mirada nel 2006.