Il lancio mondiale di Intermezzo di Sally Rooney ha avuto un’eco mediatica come pochi altri. Copertine di riviste, paginoni di giornali, affissioni in metropolitana e book toker impazziti. La scrittrice irlandese diventata di culto fin dal suo esordio Parlarne tra amici, scritto a venticinque anni, è una delle poche della sua generazione ad avere già uno stile molto riconoscibile, grazie a cui ha saputo guadagnare il plauso sia del pubblico che della critica, vendendo milioni di copie tra i ventenni, un pubblico solitamente (a torto) considerato di lettori deboli.
Dunque ho letto Intermezzo con molta curiosità. La prima cosa che colpisce, come negli altri suoi tre libri, è proprio la lingua che utilizza. Solitamente si è soliti contrappore gli stili di scrittura tra la letteratura scritta in una lingua “alta” e quella più vicina al parlato. Quella di Rooney non è una lingua letteraria, ma nemmeno vicino al parlato. Che cos’è allora? Dopo molte pagine ho trovato una chiave per capire da dove arriva quel modo veloce e sincopato di scrivere, spezzato e molto ritmato. È mutuato dalla messaggistica in stile Whatsapp. Una lingua che va veloce, e che cancella volutamente descrizioni e digressioni, mentre amplifica i dialoghi. La trama è molto lineare: nella Dublino contemporanea, i fratelli Koubek faticano ad andare avanti dopo la morte del padre. Il ventiduenne Ivan, il minore, è un ex ragazzo prodigio degli scacchi in una fase di declino agonistico, ma la sua vita cambia quando intraprende una relazione con Margaret, una donna divorziata di quattordici anni più matura.
Insomma: amore, fratellanza, amicizia, legami e tradimenti. Niente che non sia stato raccontato migliaia di volta dai Fratelli Karamazov in poi. Dunque Rooney è un portento o è una bolla di sapone montata ad arte dal mondo editoriale? Vi devo confessare che non l’ho capito. Se alcuni personaggi arrivano a irritare il lettore, e farlo sbottare, dall’altra parte è vero anche che è un romanzo che non si riesce a interrompere. Che ti tiene lì. Ciò che funziona è l’autenticità e il realismo di questi personaggi che sembrano in tutto e per tutto reali, e non puoi fare a meno di chiederti: e ora cosa faranno? Se Rooney sia destinata o meno a entrare nell’Olimpo forse è presto per dirlo, però Intermezzo è un libro che ho letto con piacere e interesse, e che mostra dal buco della serratura la generazione dei ragazzi nati nei ’90 e ’00, i primi ad aver imparato a scrivere nel mondo post social network, in cui la letteratura sta diventando qualcosa di molto diverso da quella che era prima.