In seguito ai lavori settecenteschi dell’architetto Gianfrancesco Buonamici, il mosaico medievale dell’antica basilica Ursiana fu perso per sempre; datato al 1112, risaliva alla committenza dell’arcivescovo Geremia e presentava un importante programma iconografico che aveva come centro la Resurrezione di Cristo. Nell’opera “Metropolitana di Ravenna”, edita nel 1748, rimane una preziosa testimonianza di quanto avvenne, oltre a un’incisione che riporta l’immagine del mosaico: «Ma venendo alla interior parte della tribuna, erane tutto il gran concavo incrostato a musaico, come la volta della Basilica, rappresentante però varie sacre immagini, e venerandi misteri. […] Avea stabilito l’Arcivescovo Matteo Farsetti di conservare, se fosse stato possibile, all’eternità questa preziosa reliquia de’ passati secoli, congiungendo al nuovo edifizio il gran catino. […] Fallirono poi in una parte i disegni, e le speranze dell’Arcivescovo, e della città, quando più non si fu in tempo di rimediare alla bassezza del piano; poichè salvossi bensì fortunatamente la cappella Aldobrandina, che anzi n’è più bella divenuta; ma cominciatosi appena l’atterramento de’ vecchi muri, che di quà e di là la tribuna appoggiando sostentavano, diè subito questa segno di rovina; onde poichè lo stesso mosaico cadevane a pezzi, fu forza sacrificarlo all’inevitabile necessità. Ma prima con esquisita, e minuta esattezza delineò il Cavalier Buonamici tutto quanto il mosaico, niuna cosa tralasciandone, benchè minima».
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