Nella seconda parte de “La metropolitana di Ravenna”, importante opera edita nel 1754, sono riportate le incisioni delle singole lapidi del Museo Arcivescovile oltre alle piante e ai prospetti della «Rotonda di Ravenna», ovvero del Mausoleo di Teoderico. Alle numerose incisioni fu scelto di anteporre un’ampia descrizione del Mausoleo che desse ragione della sua architettura e delle varie vicende storiche che lo avevano visto protagonista: «Il Mausoleo di Teodorico, che volgarmente chiamano la Rotonda di Ravenna, sarà il soggetto di questo breve trattato; quest’è un avanzo il più insigne, e il più prezioso della gotica grandezza, ragguardevole per l’eccellenza di sua struttura, singolare, e maraviglioso per la rarità delle parti, onde fu costrutto […] s’alza il corpo dell’edificio in figura d’un regolare decagono […] figura per verità elegante, ed acconcia per la molta sua propinquità alla circolare, e per l’ottusità de’ suoi angoli a resistere alle molte, e gravi ingiurie, che nel corso del lungo tempo sogliono accadere a tutte le fabbriche, ed ancora adatta per servire come di basamento alla parte superiore dell’edificio, alzata sopra pianta circolare […] il Mausoleo di Teodorico fu per verità molto giudiziosamente ideato, e con regolare, e proporzionata disposizione di tutte le sue parti, le quali insieme compongono una fabbrica bella, maestosa, e robustissima, di modo che alcuni dalla sola ispezione condotti l’hanno giudicata opera de’ migliori secoli dell’architettura».
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