Tra l’agosto 1957 e l’ottobre 1958 presso il Museo Nazionale di Ravenna furono esposte le scene cristologiche della Basilica di Sant’Apollinare Nuovo che erano state rimosse dalle pareti a seguito dei lavori di copertura dell’antico edificio. L’esposizione, che dava la possibilità di studiare ed ammirare da vicino il celebre ciclo iconografico, fu curata da Giuseppe Bovini, grande studioso dei mosaici ravennati. Sempre Bovini, nel 1959, pubblicava per le Edizioni Dante di Ravenna un agile studio su questa incredibile narrazione evangelica per immagini intitolato «La vita di Cristo nei mosaici di S. Apollinare Nuovo di Ravenna» dove, dopo una breve descrizione del monumento, entrava nel merito delle singole scene: «I pannelli che si allineano lungo la parete sinistra della chiesa raffigurano tredici miracoli e parabole di Cristo; quelli che si susseguono lungo la parete destra raffigurano invece tredici episodi della passione. Essi pertanto, dal punto di vista del contenuto, s’adattavano quanto mai bene a decorare una chiesa che in origine era stata dedicata al Salvatore. La percettibilità di questi mosaici, posti quasi fuor di vista, ad un’altezza di circa 12 metri dal suolo (ed in antico, prima del rialzamento del pavimento, quest’altezza era ancora maggiore), non è troppo felice […]. È doveroso tuttavia notare come i pannelli musivi […] siano stati realizzati con una esecuzione tecnica di tale finezza, da poter essere osservati senza alcun disturbo visivo anche da vicino».
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