giovedì
18 Settembre 2025

366 – Un mosaico per Sant’Agata

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Questa, la numero 366 (come i giorni dell’anno più uno), è l’ultima “Cartolina da Ravenna” di Giovanni Gardini, che ringraziamo.

L’11 aprile 1688 un terribile terremoto portò distruzione in tutta la città di Ravenna. Come ricorda Serafino Pasolini nei Lustri Ravennati «L’undici di Aprile giorno della Domenica delle Palme su le diecisette ore & un quarto con tre replicate scosse si fece, sentire un spaventevole terremoto per tutta la Romagna, & in particolare in Ravenna, che molto la dannificò, mentre non vi fu casa nè fabrica, che danneggiata non restasse. Cadette la Tribuna della chiesa di S. Agata, il Campanile di S. Vitale con ruina del primo claustro». A causa di questa terribile calamità l’antico mosaico posto nell’abside della Basilica di Sant’Agata fu distrutto in modo irreparabile e se qualche testimonianza è giunta sino a noi è grazie al pittore Cesare Pronti, frate agostiniano, che prima di questo infausto evento ne aveva tracciato l’iconografia. Nel 1690 Giovanni Ciampini, in Vetera Monimenta, per primo aveva pubblicato l’incisione del mosaico in cui appare Cristo in trono, benedicente e glorioso tra gli angeli. Alcuni anni dopo, Vincenzo Coronelli, come ricorda Corrado Ricci nelle Tavole Storiche, «ne inseriva una stampa nella seconda edizione della Ravenna ricercata del Fabri, ma derivandola evidentemente dal Ciampini». Sempre Ricci annota che «Il mosaico dell’abside di S. Agata svolgeva lo stesso tema di quelli, parimenti absidali, di S. Michele in Africisco e di S. Vitale; la figura di Cristo col nimbo cruciforme, in manto di porpora, su trono gemmato, fra due angeli vestiti di bianco».

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