giovedì
26 Giugno 2025

97 – Oriana e i mosaici

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97) ORIANA E I MOSAICI

«L’uomo che stiamo osservando, chino sulla lastra di intonaco grigio, è un mosaicista: uno dei pochi maestri mosaicisti ancora esistenti in Europa. Ha mani svelte e sottili e il volto chiuso e assorto come se guardasse molto lontano, o indietro nel tempo».

Con queste parole una giovanissima Oriana Fallaci firmava, nel 1952 per la rivista “Epoca”, un articolo sulla Scuola del mosaico bizantino di Ravenna, dall’evocativo titolo 3000 sfumature e il seme della speranza, un racconto sul mosaico a Ravenna e sugli appassionati «maestri mosaicisti». Tra questi emergeva la figura di Renato Signorini «un uomo giovane dallo sguardo acutissimo, con le tasche della giacca sempre piene di smalti azzurri e dorati» che «parlando li tira fuori e senza accorgersene li dispone lentamente sul palmo della mano sinistra creando un occhio, un arabesco e un fiore». Straordinaria la descrizione dell’aula di mosaico e del lavoro degli alunni: «Un quadratino verde, un quadratino rosa, un altro rosa, un quadratino d’oro ed ecco lentamente sbocciare un prato cosparso di fiori con un uccello bianco nel mezzo, o un arabesco giallo e nero che è un simbolo, o allungarsi il volto dell’imperatrice Teodora, identico a quello che è nella chiesa di San Vitale. Si può dire che quando uno studente ha imparato a copiare perfettamente il volto di Teodora, usando il medesimo numero di tessere e la medesima inclinazione, ha imparato a fare il mosaicista». Immagine tratta da “Epoca”, 2 febbraio 1952, anno III, n. 69.

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