lunedì
16 Giugno 2025

80 – P. G. R. | Per Grazia Ricevuta

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Naufragio Galla Placiodia LonghiSecondo un’antichissima tradizione Galla Placidia aveva fatto costruire la Basilica di San Giovanni Evangelista come segno di ringraziamento a Dio per lo scampato naufragio.
Il testo del Liber Pontificalis della chiesa ravennate racconta che l’imperatrice «mentre angosciata procedeva tra i pericoli del mare, scoppiata una tempesta, credendo di affondare perché la nave era squassata dai flutti, faceva voto a Dio di una chiesa dedicata all’apostolo e fu libera dalla furia del mare».
Lungo i secoli questa leggenda correrà di bocca in bocca e gli storici la ricorderanno nelle loro narrazioni. Girolamo Rossi nelle Storie ravennati racconterà con parole intense il fragore delle onde e la celestiale visione dell’apostolo: «In mezzo alla più grande disperazione, mentre tutti, per esortazione di Placidia, invocavano quello come patrono presso Dio, con un grande miracolo apparve San Giovanni stesso e con la sua presenza offrì consolazione e aiuto ai marinari e timonieri che non erano più in grado di resistere alla violenza della tempesta. Immediatamente si placò la furia del vento scatenato che già da tempo sollevava enormi flutti e il mare in tempesta si placò».
Gli splendidi mosaici che ornavano la Basilica, stando alla testimonianza di chi li ha potuti ammirare, tra i vari temi presentavano la scena della miracolosa intercessione di San Giovanni; anche Francesco Longhi dipinse per la Basilica la medesima storia, un affresco che oggi si può ammirare nel Museo Nazionale di Ravenna.

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