giovedì
28 Agosto 2025
Rubrica Controcinema

Il candidato all’Oscar “American Fiction” fa a pezzi la cultura woke anglosassone

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Tra i concorrenti agli Oscar di quest’anno che hanno vinto qualcosa nonostante la presenza di Oppenheimer, vi segnalo un ottimo film che trovate direttamente in piattaforma: American Fiction, primo lungometraggio di Corda Jefferson, che ha vinto come miglior sceneggiatura non originale ed era anche nella cinquina dei candidati come migliore film. Il film è tratto dal romanzo Erasure di Percival Everett, ed è una brillante commedia satirica sul woke, l’ultima versione estremizzata del politicamente corretto anglosassone.

Siamo negli Stati Uniti, e il protagonista Thelonious Ellison è un raffinato e colto scrittore di colore. Viene da una famiglia intellettuale e benestante di Boston, insegna letteratura all’università di Los Angeles, scrive romanzi molto eruditi, sicuramente troppo di nicchia. Thelonious (detto “Monk”, in omaggio al grande musicista jazz) da sempre vorrebbe uscire da tutti gli stereotipi legati al suo essere di colore: non sopporta più l’identificazione forzata con i cliché standardizzati e le sensibilità esasperate del politicamente corretto verso le persone di colore.

Thelonious, a 50 anni, è in crisi. un Amleto di colore che si chiede “essere o non essere afroamericano” in una realtà culturale e sociale nella quale lui vorrebbe usare la parola “negro” e le studentesse bianche invece lo contestano; i suoi libri restano confinati in scaffali sotto l’etichetta “black studios”; proviene da una famiglia tipicamente disfunzionale con una madre che inizia a soffrire di Alzheimer, una sorella che la accudisce, e un fratello omosessuale in lotta con tutti. Purtroppo la sorella muore e lui deve tornare a Boston per la madre. I soldi scarseggiano, e il suo agente letterario gli dice da tempo che i suoi libri non hanno successo perché “non sono abbastanza neri”.

Thelonious, esasperato dal woke e dal sistema, una notte decide in maniera provocatoria di scrivere un romanzo come il mercato vorrebbe: neri spacciatori che si sparano tra di loro, tutti gang slang droga e famiglie distrutte, le tipiche storie da ghetto in cui non ha mai creduto. Quasi per scherzo lo fa proporre agli editori, usando uno pseudonimo, e fingendo di essere un ex carcerato in fuga che usa uno pseudonimo per non essere trovato dalla polizia.

E il libro, per sua somma sorpresa, diventa un successo. Critica e pubblico lo osannano, si fa avanti anche Hollywood per farne un film, e lui è costretto a “recitare” la parte del nero dei ghetti, di nascosto anche da amici, familiari e dalla nuova fidanzata. Il problema è fino a quando si potrà tenere il segreto… American Fiction è una fresca e intelligente commedia satirica sulla cultura woke e sugli stereotipi della cultura afro-americana, e di quanto il politicamente corretto sia spesso lontano dalla vera realtà sociale e umana.

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