domenica
15 Giugno 2025
Rubrica Controcinema

Il nuovo lavoro di Ladj Ly è un esempio perfetto di film politico francese

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FilmnTra le poche uscite estive in sala, segnalo volentieri il film francese Gli Indesiderabili. Il regista Ladj Ly è francese di origine maliana e di lui ricorderete l’esordio nel 2019 col suo primo film I miserabili, che riprendeva il romanzo di Hugo ri- attualizzandolo nei nuovi “miserabili” della società francese: e cioè gli abitanti delle banlieues, i semidisperati di origine straniera, le povertà diffuse in un clima di perenne scontro sociale. Adesso potete vedere appunto il suo nuovo film Gli indesiderabili, il cui titolo italiano ammicca al precedente I miserabili, pur se il titolo originale francese è Bâtiment 5, cioè il nome anonimo del condominio di periferia in un immaginario sobborgo di Parigi che fa da sfondo alla storia.

La giovane attivista Haby Keita, di origine africana, abita nel Bâtiment 5 e lavora per un’associazione che aiuta i poveri e i nuovi migranti. La vita nel condominio è difficile e complicata, ma i suoi abitanti sono riusciti negli anni a creare un tessuto di comunità solidale per affrontare le difficoltà. Quando il sindaco muore all’improvviso, viene nominato ad interim il pediatra Pierre Forges. Il nuovo sindaco è politicamente ingenuo, compresso dentro le dinamiche della politica tra la deputata Agnès e il suo vice Roger, di origine africana ma opportunista e integrato nel sistema politico di potere. Per reazione alla situazione di disagio del condominio, Pierre intende riqualificare il quartiere col pugno di ferro. Haby scopre che in realtà i progetti di riqualificazione del quartiere sono cambiati e che il condominio sarà demolito per costruire case non adatte alle famiglie numerose che lo abitano. Da qui lo scontro politico, che poi degenererà…

Gli indesiderabili è un ottimo esempio di Cinéma de banlieue. Il cinema francese, quando esce dal tortuoso imbuto di dialoghi iperfilosofici e post esistenzialisti, sa essere politico come pochi al mondo. Gli indesiderabili ricorda molto il bellissimo film di Francesco Rosi Le mani sulla città, 60 anni dopo. Oggi diremmo un film sulla gentrificazione, ma una volta aveva un nome meno cool: si diceva, ed è rimasta, speculazione edilizia. Un film politico perché parla della relazione fondamentale tra la politica e l’urbanistica, la politica che (dovrebbe) indirizzare la prima cosa fondamentale dell’esistenza: dove e come si abita e si vive. C’è molta forza ed energia in questo film. L’inizio mostra una bara trasportata a mano lungo la stretta scala del condominio, dove l’ascensore non funziona da anni. Il sindaco, subito dopo, muore appena fa esplodere e demolire un mostro architettonico. La morte segna, con tono appena tragicomico, l’inizio di tutto. Ma c’è ancora una possibilità. La protagonista Haby di sé dice: «Sono una francese di oggi». Ed è qui la possibilità che il conflitto non degeneri ma si risolva.

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