Oppenheimer è il nuovo film di Christopher Nolan. Opera bellissima, magnifica, da godere in 70mm e versione originale, con un cast eccellente a partire da Cillian Murphy nel ruolo del protagonista Oppenheimer, e con Emily Blunt, Matt Damon, Robert Downey Jr., Kenneth Branagh, Gary Oldman. Il film è la storia della vita del fisico americano J. Robert Oppenheimer, il cosiddetto padre della bomba atomica, direttore del progetto Manhattan per la costruzione dell’atomica, nel quale tra il 1942 e il 1945 lavorarono migliaia di fisici e scienziati. È tratto dalla rigorosa e avvincente biografia American Prometheus di Kai Bird, che ho letto in estate.
Oppenheimer fu uno scienziato dalla personalità complessa. Figlio geniale della ricca borghesia ebraica di New York, creò la scuola di Fisica Teorica negli Stati Uniti; lettore raffinato e uomo di vasta cultura, fortemente orientato a sinistra e molto vicino negli anni ‘30 al Partito Comunista Americano. Le sue ben note idee politiche non gli impedirono di essere nominato direttore del progetto Manhattan. Nel dopoguerra, turbato dalla potenza distruttiva delle bombe atomiche, rimase dentro le commissioni governative sull’energia atomica, cercando di evitare l’escalation dovuta alla guerra fredda. Nel 1954, in pieno maccartismo, venne esautorato da ogni ruolo politico per le sue vicinanze storiche con la sinistra americana.
Nolan rispetta la realtà dei fatti: ogni cosa che vedrete nel film è vera. Ma nulla mantiene della classica linearità del biopic e la narrazione procede per intrecci temporali, tra il periodo della giovinezza; Los Alamos e la costruzione della bomba; la sua esautorazione anni dopo; e la storia parallela di Lewis Strauss, il suo grande accusatore. Oppenheimer è un film grandioso, quasi d’altri tempi nella sua magnificenza, girato in un 70mm che scava nei dettagli i primi piani di Cillian Murphy, che non si adagia in grossolani effetti speciali, che al contrario accarezza ogni scena rendendola semplice e necessaria alla storia.
Oppenheimer è un film sui fisici ma non sulla fisica: nel senso che qui non ci sono difficoltà di comprensione come in altre sue opere (Interstellar, Tenet). Perché è un film sul mito di Prometeo: sulla nostra potente intelligenza come esseri umani, sulla nostra ambiguità etica, sul Fuoco primordiale che ora esplode nella Bomba. Ed è un film politico e morale, sul ruolo della scienza nel mondo. Oppenheimer si sente come i versi del poema sanscrito Bhagavad Gita: «Adesso sono diventato Morte, il distruttore di mondi».
E quando Oppenheimer incontra il presidente Truman, gli confessa i suoi turbamenti, di sentire sangue sulle sue mani; al che Truman lo liquida replicando: ai giapponesi non interessa chi ha fatto la bomba, ma chi l’ha lanciata. Per questo Oppenheimer è il prequel capolavoro di un altro capolavoro, Il Dottor Stranamore di Kubrick.