Sulla carta avevo molto fiducia in questa film appena uscito, all’inizio della stagione: I Roses, diretto da Jay Roach e protagonisti la fantastica coppia di attori Olivia Colman e Benedict Cumberbatch; film che è un remake della grande commedia del 1989 La Guerra dei Roses, quella diretta da Danny DeVito e con Kathleen Turner e Michael Douglas.
La vicenda è un po’ rielaborata rispetto al film originale, a sua volta tratto dal best seller omonimo di Warren Adler. Theo e Ivy sono due coniugi inglesi di successo trapiantati in California a Mendocino (la stessa città che è stata location per La Signora in Giallo): lui è un emergente archistar; lei una cuoca di alta cucina che però ha rinunciato alla carriera per allevare i due figli. La vita è sempre andata bene, senza intoppi e senza litigi, con tanto amore e tanto English humor in mezzo al candore americano. Una volta che i figli non sono più così piccoli, Theo compera un ristorante affinché Ivy possa tornare alle sue meravigliose creazioni gastronomiche. Il locale all’inizio non va affatto bene. Ma succede un imprevisto che sconvolge entrambe le carriere. Un devastante uragano si abbatte sulla costa, col risultato che il nuovissimo museo costruito da Theo crolla impietosamente in diretta instagram, con Theo che fino all’ultimo difende la sua opera; e al tempo stesso, la tempesta chiude l’autostrada, il traffico è ridirezionato sulla costa, in tanti si fermano casualmente a mangiare da Ivy, tra cui una celebre critica gastronomica. Il risultato è che il ristorante di Ivy diventa famoso e la sua carriera decolla, con ospitate televisive e apertura di ristoranti in tutti gli Stati Uniti; mentre Theo cade in disgrazie, non ha più lavoro e può solo occuparsi della crescita dei due figli adolescenti. Un equilibrio invertito che prima o poi esploderà in guerra…
Ho scritto che avevo molta fiducia in questo film, ma alla fine ne sono rimasto deluso. Le due prove attoriali sono comunque fenomenali, due mostri sacri di bravura come la Colman e Cumberbatch non potevano sbagliare l’approccio British alla commedia nera, e sono l’unica cosa buona del film. Il resto è una regia anonima senza picchi; una sceneggiatura con qualche battuta interessante e qualche gag divertente in una storia già conosciuta; e purtroppo con sviluppi e intrecci che non decollano, una storia con poco spessore basata su luoghi comuni che non giustificano la presunta cattiveria che il film vorrebbe esprimere.
C’era davvero bisogno di questo remake della brillante e caustica commedia nera diretta da Danny DeVito? Purtroppo no, se questo è il risultato.