martedì
01 Luglio 2025
Rubrica Eppur si muove

Donne e Scienza: Universi paralleli?

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Il rapporto tra donne e Scienza è un aspetto spesso dimenticato, che per me riveste invece particolare interesse ed importanza.
E’ da parecchio tempo che sto pensando a cosa scrivere in occasione dell’8 Marzo senza venirne a capo.

Grafico sulla differenza di genere nella facoltà scientifiche in Europa (dati Commissione Europea 2009)Per esempio potrei descrivere la situazione della donna nella Scienza in generale, snocciolando numeri e statistiche che dimostrino che oggi le donne nelle facoltà scientifiche sono ormai quante gli uomini, ma poi pochissime arrivano alla ricerca e ancora meno hanno accesso ai ruoli di vertice nelle Università e nei centri di ricerca.
E questa è una situazione vera in tutto il pianeta, in cui l’Italia è solo più indietro. E senza sorpresa alcuna, oserei dire.

Oppure potrei fare un excursus storico e raccontare come da sempre le donne sono state escluse dallo studio delle Scienze. Passerei attraverso i secoli senza incontrare donne scienziate, tranne rarissime e splendenti eccezioni. Come Ipazia da Alessandria nel IV Secolo, matematica ed astronoma. La quale però pagò col martirio la sua libertà di pensiero.
Oppure potrei spulciare nelle pieghe dei secoli per ridare uno spiraglio di luce alle donne che nell’ombra hanno dato importanti contributi allo sviluppo delle Scienze. Come Sophie Germain (1776-1831), una delle figure più importanti della matematica moderna. Di famiglia aristocratica, si avvicinò alla matematica di nascosto per l’ostilità della famiglia. Collaborò per via epistolare con Lagrange, Legendre e Gauss, il quale scoprì solo molto tardi che dietro Monsieur Le Blanc si celava invece la donna che gli diede protezione dopo la morte del duca per cui lavorò tutta la vita.

Ma poi penso a tutte quelle di cui nulla si è saputo, nascoste da nomi maschili o da uomini che ne hanno usato i risultati.

Potrei avvicinarmi a noi, concentrandomi sui soli 16 Premi Nobel in materie scientifiche* (Fisica, Chimica, Medicina) assegnati a donne sugli oltre 500 totali.
E non si potrebbe evitare di menzionare in special modo Marie Curie (1867- 1934) che di Nobel ne ha vinti addirittura due (solo 2 finora gli scienziati che hanno saputo eguagliarla) e rappresenta uno straordinario esempio di scienziata.
Alla quale tuttavia non furono risparmiate feroci accuse (“la polacca arrivata a Parigi giusto in tempo per assistere alla scoperta del Radio”) di essersi impossessata indebitamente dei risultati ottenuti dal marito Pierre, col quale condivise il Nobel del 1903 e morto pochi anni dopo.
Alla quale non venne perdonato di rappresentare un ideale femminile difforme da quello dell’epoca, che preferiva il rispetto all’ammirazione, la cultura alla seduzione, e che fu oggetto per questo di spietate campagne stampa.
Alla quale fu addirittura negata la nomina all’Accademia delle Scienze di Francia, nonostante i due Nobel.

Oppure, ancora meglio, potrei parlare delle non-attribuzioni di Nobel a scienziate che videro premiati per le stesse ricerche i loro colleghi uomini.
Come Lise Meitner (1878 – 1968), che fornì la prima interpretazione esatta della fissione nucleare. Ma il Nobel fu assegnato al solo Otto Hahn con cui aveva lavorato.
O come Jocelyn Bell-Burnell (1943 – ) che scoprì ancora studentessa le pulsar, sorprendenti “stelle pulsanti” che non si inserivano nel contesto teorico dell’epoca. Il Nobel per la scoperta fu assegnato al relatore della sua tesi, il professor Anthony Ewish.
E almeno menzionare Rosalind Franklin (1920-1958) che fornì le prove sperimentali della struttura del DNA per cui ottennero il Nobel i suoi colleghi Wilkins, Watson e Crick. Essi realizzarono il modello a doppia elica grazie alle fotografie della diffrazione ai raggi X del DNA scattate dalla Franklin, che Wilkins aveva sottratto dal laboratorio della scienziata (come rivelato anni dopo).
O molte altre.

Oppure potrei lasciare perdere i casi isolati e parlare del contributo femminile nella Scienza. Ma nessuno in realtà sa cosa sia siccome in nessun luogo ed in nessuna epoca c’è mai stata una massa critica di donne tale da poter sperimentare una Scienza al femminile, e neppure per poter parlare di impronta di genere nel proprio ambito di competenza.

Sono arrivata in fondo ed ancora non ho trovato il filo di questa matassa.

Concludo quindi con uno sconsolato nulla di fatto, citando un episodio piccolo ma emblematico.
Nel 2006 Larry Summers, rettore dell’Università di Harvard, tra le più importanti e prestigiose del mondo, ha ipotizzato che le donne sarebbero “inadatte” alla Scienza. Per questa imprudente affermazione è stato costretto alle dimissioni. In favore di Drew Gilpin, una donna.

Le bambine dell’ultimissima generazione (6-8 anni) sembrano credere più delle altre nella possibilità di una carriera scientifica per le donne. I loro disegni infatti rappresentano con maggiore frequenza rispetto alle ragazze più grandi donne scienziateNessun commento a proposito.
Solo la constatazione della tanta tantissima strada ancora da percorrere.
E la fiducia nelle nuove generazioni di donne.

* Premi Nobel in materie scientifiche attribuiti a donne dal 2001 al 2011:
Fisica (2):
Marie Sklodowska-Curie (1903), Maria Goeppert-Mayer (1963).
Chimica (3): Marie Sklodowska-Curie (1909), sua figlia Irène Curie-Joliot (1935), Dorothy Crowfoot-Hodgkin (1964), Ada E. Yonath (2009).
Medicina (10): Gerty Radnitz-Cori (1947), Rosalyn Sussman-Yalow (1977), Barbara Mc Clintock (1983), Rita Levi-Montalcini (1986), Gertrude Elion (1988) Christiane Nüsslein-Volhard (1995), Linda Buck (2004), Françoise Barré-Sinoussi (2008), Elizabeth H. Blackburn e Carol W. Greider (premiate assieme nel 2009).

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