Quella sedia vuota non è passata inosservata. Al tavolo dei relatori dell’assemblea pubblica del 30 marzo dedicata al progetto per l’hotel Xenos a Marina di Ravenna (con una torre di 54 metri di altezza) è mancato un rappresentate del Comune che, attraverso i suoi organi competenti, in sette anni è arrivato a dare l’approvazione per l’opera. A parlare con i cittadini, prendendosi critiche anche pesanti, c’erano solo i costruttori e l’architetto. Che di fronte a certe domande dal pubblico non hanno potuto rispondere perché materia di competenza di una pubblica amministrazione e non di un privato imprenditore. Soprattutto se, come prevedibile, trattandosi di un albergo si è finiti a parlare di turismo e di visione turistica. Ma anche perché certe scelte urbanistiche, di un intervento oggettivamente massiccio, vengono dal Comune e solo Palazzo Merlato può spiegarne i meccanismi di approvazione. La pro loco ha lamentato di aver spostato due volte la data dell’incontro per assecondare le richieste dell’amministrazione, ma invano. E così a molti è rimasta la sensazione di un Comune che non voglia confrontarsi sulle decisioni prese nelle stanze di Palazzo Merlato. Di ‘sti tempi non è proprio un gran risultato di immagine.
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