sabato
14 Giugno 2025
Rubrica Il Bombolone

Le parole sono importanti

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I profughi sì, i clandestini no. Questo in sostanza il contenuto del question time presentato in consiglio comunale da Alvaro Ancisi (Lpr) sulla raccolta firme contro l’ipotesi (al momento di fantasia) di un centro accoglienza a Marina Romea. Ma i profughi e i clandestini sono due categorie linguistiche e non giuridiche che di fatto spesso si sovrappongono. Profughi sono, per la lingua italiana, coloro che sono costretti a fuggire dal proprio Paese per svariate ragioni e quando mettono piede sul suolo di un altro Paese diventano irregolari (quelli chiamati clandestini, per intenderci) a meno che non chiedano lo status di rifugiato. A quel punto diventano richiedenti asilo e, se la loro domanda viene riconosciuta da un’apposita commissione, eventualmente rifugiati. Ecco, a prescindere dal merito della questione, non sarebbe male cominciare a dare il buon esempio e chiamare le cose con il loro nome. Se si fa una raccolta firme contro un centro di accoglienza, lo si fa per contrastare l’arrivo di richiedenti asilo, proprio come quelli accolti dal progetto Sprar, tra cui ci sono sicuramente dei profughi. Di “clandestini” invece nemmeno l’ombra, lì in mezzo non ce ne sono. Per quelli non c’è nessuna Prefettura che attivi centri di accoglienza. Se poi parliamo di ipotesi terroristi infiltrati tra i richiedenti asilo, come ventilato da Ancisi, beh, il problema non sarà certo se finiscono a Marina Romea invece che altrove, no? Per fortuna a occuparsi di questo sono le forze dell’ordine, e non cittadini e politici con le raccolte firme.

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