«Lei ha perfettamente ragione, il curriculum è un po’ scarno». Così tutta Ravenna e l’Italia sentirono il sindaco rispondere al giornalista di Report che gli chiedeva ragione della nomina di Danilo Manfredi nel cda di Hera. Una risposta che fece molto discutere anche perché, a dire la verità, quello di Manfredi era un curriculum meno scarno di quello di tanti altri nominati, anche se sul sito di Hera stessa, per qualche misterioso motivo, compariva una versione di sei righe. Poi Manfredi stesso lo pubblicò su Facebook per replicare alle polemiche. E deve essere stato lì che anche il Primo cittadino l’ha visto e si è accorto che in effetti oltre a «talento e passione», le qualità che ama spesso citare per giustificare le proprie scelte, forse poteva addirittura parlare (come ha fatto ora) di qualche straccio di competenze. Sì, dev’essersene accorto dopo. Altrimenti non si spiegherebbe come in consiglio comunale, qualche mese dopo la puntata di Report vista da milioni di italiani, il medesimo curriculum del suddetto Manfredi viene definito ora dal Sindaco addirittura «un signor curriculum» a beneficio dei ravennati. In ogni caso, ciò che emerge è che il curriculum è una questione accessoria, se c’è bene, se non c’è fa lo stesso. A proposito di meritocrazia, si diceva.
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