L’8 marzo è una festa allora si festeggi, ma domani è un altro giorno. Per l’occasione – e sono innumerevoli gli appuntamenti pubblici e privati – le donne solitamente si incontrano fra di loro, anche per rivendicare più ampi e inediti spazi da protagoniste. Gli uomini stanno in disparte, magari ammiccano e applaudono. Però la realtà delle questioni di genere non cambia.
Una fresca ricerca dell’Università di Bologna (Indagine Alma Laurea), ad esempio, evidenzia che le femmine si laureano di più e meglio dei maschi, ma quando si tratta dell’impiego lo trovano con più difficoltà, hanno contratti meno garantiti e guadagnano sensibilmente di meno. Ma basterebbe dare uno sguardo a chi occupa a Ravenna i ruoli al vertice nelle istituzioni pubbliche e nelle aziende private, nei sindacati e lobby varie: a parte qualche eccezione (che conferma la regola), son tutti uomini.
Quindi? Là dove non c’è l’imposizione delle “quote rosa” il genere conta ancora. Eccome. Le donne sono carine e stimate come mogli, compagne, dipendenti, collaboratrici, colleghe… Ma se arrivano al posto di comando la benevola percezione non è detto che sia la stessa. La questione di genere in fondo è culturale, nel senso di abito mentale. Bisogna sradicare il pregiudizio ed educare alla parità autentica che non è concessione di facciata.
Per questo, in vista delle elezioni amministrative del 2016 sarebbe bello immaginare il Comune governato da una Sindaca. Certo, non si tratta solo di sesso, serve carisma e competenza, e il consenso degli elettori, ma almeno una candidatura femminile per Palazzo Merlato, dalle forze politiche in competizione, ce l’aspettiamo. Vuoi proprio che non si trovi? Se no quanti altri 8 marzo dovranno passare ancora?